Corriere di Bologna

PRESIDENTE, CI DICA LA VERITÀ

- Di Luca Bottura

Avete mai letto la scritta Wids in autostrada? Un tempo sì, ora meno. Era il corrispett­ivo appena meno diffuso di «Dio c’è». Magari non sapete cosa significa, Wids.

l’acronimo di «Viva Il Duce Sempre» e campeggia tra l’altro sulle felpe che si smerciano negli spacci nostalgici di Predappio, dove il sindaco Pd ha appena lanciato una Mussolandi­a che presto attrarrà il pellegrina­ggio di altri camerati. Perché Wids lo leggete meno, tra un Camogli e l’altro? Perché attiene a un’era geologica precedente, quando ancora il neofascism­o non era così cool, così sdoganato, e andava in qualche modo mediato. Un barlume di vergogna (e di eccitazion­e carbonara) permaneva ancora. È lo stesso ritardo storico del carabinier­e di Firenze, quello che si è appeso in cameretta, accanto al poster di Salvini, la bandiera del Secondo Reich, simbolo neonazista massimamen­te utilizzato in Germania per aggirare le prescrizio­ni contro i rigurgiti hitleriani. Una sospension­e temporale che sembra aver colpito anche la presidente del Borgo Panigale Calcio, Barbara Antinori, che ha preso cappello contro chi critica l’ingaggio di un tizio, Enrico Maria Luppi, che poche settimane fa, per festeggiar­e un gol, è andato a fare il saluto romano a Marzabotto, ha indossato la bandiera della Repubblica di Salò, e ha sfregiato in un attimo la memoria dei 1800 morti di Monte Sole.

Ai genitori dei bambini che non volevano tale, maldestro, esempio accanto ai loro figli, Antinori ha risposto stizzita che sa come educare i giovani, e che chi non è d’accordo può prendere la porta. Di fronte al presidio antifascis­ta durante la partita di domenica scorsa, ha fatto spallucce e ribadito che trattasi solo di rinforzo tecnico (da due categorie inferiori? Ma dai). E nulla ha commentato davanti alla presenza di una rappresent­anza di Forza Nuova che sembrava fosse lì a rivendicar­e l’intera vicenda: «Che c’è di male a dirsi fascisti?». Già, che c’è di male? Che c’è di male a portare quei lugubri colori a pochi passi dal luogo dell’eccidio di Casteldebo­le? Nel percepito diffuso, ormai poco o niente. Siamo un Paese che non ha fatto i conti con le proprie colpe e ancora si balocca nella narrazione degli italiani brava gente. Ipocriti che hanno concesso alle curve di diventare il luogo magico in cui il cupore intellettu­ale e il proselitis­mo autoritari­o si sposano e poi donano le fedi alla patria.

E allora coraggio, presidente, ci dica la verità. Che l’ingaggio di Luppi è un gesto consapevol­e, da rivendicar­e, figlio di un clima in cui certo pedigree non è un inciampo ma un pregio. E se non è così, ci racconti cosa le è saltato in testa di urtare in questo modo una comunità che ancora si fonda su certi valori. Quelli a cui si ispirava anche Loris Ropa, storico presidente del Quartiere in cui lei curiosamen­te esercita, scomparso proprio ieri. Un uomo perbene, un grande amministra­tore, un antifascis­ta vero. Se non vuol darla al povero scrivano, la riservi a lui, una risposta.

Possibilme­nte degna.

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