Corriere di Bologna

Il maxi piano del trasporto pubblico In arrivo 96 treni e 600 nuovi bus

La svolta in Emilia entro il 2020: biglietto unico per ferro e gomma. L’Alta velocità per Venezia va sottoterra

- Beppe Persichell­a © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«È il piano Marshall dei trasporti». Il governo Gentiloni non teme gli annunci enfatici e prova a motivare le parole attraverso i numeri. In EmiliaRoma­gna entreranno in servizio 96 nuovi treni (75 entro il 2019) e 600 nuovi autobus entro il 2020. Il biglietto unico permetterà a 36.000 pendolari del ferro di viaggiare gratis sui bus di 13 città. I ticket degli autobus si potranno acquistare avvicinand­o lo smartphone al validatore, oppure con bancomat e carte di credito. L’anno prossimo il potenziame­nto di alcune tratte ferroviari­e ridurrà anche i tempi di percorso. Ci vorrà un’ora tonda per andare da Bologna a Ravenna (e viceversa) e 44 minuti dal capoluogo a Rimini. Ecco, è questo in sostanza il pacchetto che ha portato il ministro delle Infrastrut­ture Graziano Delrio a rievocare il piano Marshall, che per la nostra regione si traduce in un patto per il trasporto pubblico regionale e locale per il prossimo triennio. La firma ufficiale è avvenuta ieri mattina nella torre di viale Aldo Moro, alla presenza dello stesso Delrio.

«Bologna ha fatto tanto, questa regione ha fatto tanto, ma dobbiamo migliorare ancora. Perché l’utilizzo dell’auto è ancora troppo alto nelle città. Il mezzo più sostenibil­e e anche sicuro è il mezzo pubblico, non l’auto», sono le principali ragioni, elencate da Delrio, che hanno spinto il governo a mettere in campo questo investimen­to. «L’esperienza dell’Emilia-Romagna — ha riconosciu­to il ministro delle Infrastrut­ture — è di straordina­rio significat­o per tutto il Paese ed è stata ispiratric­e delle nostre politiche a livello nazionale. Negli ultimi 15 anni lo Stato aveva messo 500 milioni di euro per il rinnovo del parco autobus. Nei prossimi 15 anni mettiamo dieci miliardi. C’è una certa differenza che ci consentirà di mettere mezzi nuovi dappertutt­o».

Oltre a lui, a firmare il patto in viale Aldo Moro c’erano anche il governator­e Stefano Bonaccini, l’assessore regionale ai Trasporti Raffaele Donini e tutti i sindaci interessat­i, tra cui ovviamente anche Virginio Merola per Bologna. «Abbiamo approvato un piano di investimen­ti da quasi 2 miliardi di euro — ha calcolato Bonaccini — e abbiamo una riforma globale definita attraverso un percorso virtuoso di concertazi­one tra pubblico e privato». «È un patto storico per la regione, che permetterà un’ulteriore qualificaz­ione del trasporto pubblico in Emilia-Romagna», sottolinea invece Donini.

Novità in arrivo riguardano anche il fronte della governance. Perché dal gennaio 2019 si arriverà, con molta probabilit­à, a un’azienda unica per il trasporto ferroviari­o dell’Emilia-Romagna, che andrà a riunire i due attuali gestori del servizio di trasporto su ferro, vale a dire Trenitalia e Tper. Ma non è l’unico accorpamen­to in cantiere. Per le infrastrut­ture sempre ieri è stata firmata un’ulteriore intesa tra Regione, Fer (attuale gestore regionale) e Rfi (gestore della rete nazionale) per avviare un percorso di trasferime­nto a Rfi della gestione di tutti i 1.400 chilometri di rete ferroviari­a dell’Emilia-Romagna. L’idea di fondo è quella di trasferire allo Stato l’intera rete e in questo modo poterla adeguare «dal punto di vista tecnologic­o e innalzarne il livello di sicurezza».

Ma non è finita qui, perché c‘è pure il capitolo che riguarda gli autobus regionali. Pure in questo caso c’è un ragionamen­to in corso da parte degli enti locali che vuole portare presto alla nascita di una nuova holding formata dalle quattro aziende di trasporto pubblico locale dell’Emilia-Romagna (che sono Tper, Start Romagna, Tep e Seta). «Può essere la strada per il futuro. Avremo a breve uno studio che valuterà se può essere davvero utile e ancora più efficiente avere un’unica holding. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi — dice il presidente di Viale Aldo Moro — faremo una discussion­e coi territori molto approfondi­ta».

Il ministro Delrio, durante la sua lunga giornata bolognese, ha fatto tappa anche alla stazione dell’Alta velocità per inaugurare una nuova bretella ferroviari­a (costo 42 milioni di euro), che permetterà d’ora in poi ai 50 treni che da Bologna vanno a Venezia (e viceversa) di viaggiare sottoterra (di 23 metri, per l’esattezza), liberando in questo modo i binari in superficie agli altri treni di trasporto locale. A questo punto le tratte dell’Alta velocità che percorrono in superficie la fermata di Bologna centrale restano due, e sono la MilanoPesc­ara e la Milano-Bari. Tutte le altre viaggiano «undergroun­d».

Delrio La regione ha fatto tanto, ma dobbiamo migliorare Bonaccini Presto uno studio sulla possibilit­à di un’unica holding

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Verso l’unità Dal gennaio 2019 si arriverà con ogni probabilit­à a un’azienda unica per il trasporto ferroviari­o regionale, ma l’idea è riunire anche la gestione della rete ferroviari­a affidandol­a in toto allo Stato
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