Corriere di Bologna

La pressione arteriosa non è un esame per vecchi

- di Gabriele Bronzetti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il bambino fissava il vecchio che armeggiava col macchinino. Il nonno si sedeva, calzava al polso una specie di braccialet­to e spingeva un tasto che dava inizio a un breve ronzio. Poi guardava i numeri che apparivano, a volte ripeteva l’operazione e mentre si sfilava il tutto sembrava quasi felice. Il bambino gli chiese: «Nonno perché non mi fai provare anche a me?». Il vecchio rispondeva che non si poteva e poi non ce n’era bisogno perché erano cose da vecchi. Vecchi a cui può capitare, per candore, di negare certe piccole gioie torricelli­ane ai nipoti. Non sono altrettant­o perdonabil­i i camici bianchi che ancora trascurano l’esame della pressione arteriosa nei bambini, per un falso mito che la vorrebbe sempre bassa o normale. La pressione, con la componente massima (o sistolica) e minima (o diastolica) cambia con l’età e con la massa corporea, anche se non è esattament­e proporzion­ale agli anni e ai chili. Un bambino di 6 anni e di 25 chili non ha la pressione tre volte più bassa di un diciottenn­e di 75 chili; può essere più bassa di 10 -20 millimetri di mercurio ma la si deve misurare per escludere l’ipertensio­ne, rara nei piccoli, ma spia di malattie endocrine, renali o cardiache. In ogni caso la pressione può essere la valida guida per uno stile di vita dinamico e per una dieta povera di sale e di calorie. Le buone abitudini che fanno diventare vecchi come il nonno normoteso e felice.

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