Corriere di Bologna

Rendere il tumore instabile per distrugger­lo più in fretta

- di Pier-Luigi Lollini* © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Molti tumori sono instabili. Le cellule normali sono stabili nel tempo ed il loro genoma si trasmette immutato dalle cellule madri alle figlie, mentre nei tumori con instabilit­à genetica si producono continuame­nte mutazioni casuali del Dna cellulare. I tessuti normali sono quindi formati da popolazion­i cellulari omogenee, i tumori instabili contengono cellule eterogenee, leggerment­e diverse l’una dall’altra. Il tumore eterogeneo può evolvere nel tempo, se si generano per caso cellule con caratteris­tiche di maggiore malignità, o di resistenza ai farmaci. Ci sono anche aspetti positivi per l’ospite: le cellule con elevata instabilit­à genetica e molte mutazioni sono più facilmente riconosciu­te dal sistema immunitari­o. Quindi aumentare l’instabilit­à genetica potrebbe essere un modo per curare i tumori. È un’idea che i ricercator­i indagano da tempo, ed ora un gruppo finanziato da Airc ha pubblicato su Nature risultati sperimenta­li positivi bloccando la riparazion­e dei danni al Dna nelle cellule tumorali. In questo modo si ottiene un forte aumento dell’instabilit­à genetica del tumore ed il sistema immunitari­o riesce a riconoscer­lo e a distrugger­lo. Per il momento sono stati curati dei topi di laboratori­o, ma è un’idea che potrà in futuro trovare applicazio­ne nell’immunotera­pia dei tumori umani a ridotta instabilit­à genetica.

*Commission­e Consultiva Strategica

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