Trionfali maioliche firmate Minghetti
In mostra a Casa Saraceni la collezione Montpensier
La manifattura Minghetti di Bologna, che ha prodotto ceramiche artistiche a partire dalla seconda metà dell’800, è stata acquisita dalla Fondazione Carisbo un anno fa.
L’acquisizione è avvenuta dalla Fondazione Terruzzi Villa Regina Margherita a seguito della dismissione del museo allestito in Liguria, a Bordighera. Così l’intera collezione dei preziosi manufatti è entrata nel patrimonio della Fondazione di via Farini. In questo modo le 381 maioliche, parte di un trionfale servizio da tavola composto in origine di 900 pezzi, sono tornate da dov’erano partite. In effetti, sono state create a Bologna e per Bologna e nella stessa città tornano, in mostra e visibili a tutti fio al 2 aprile.
Commissionato verso il 1888 dal duca di Montpensier, allora residente a Bologna, a palazzo Caprara, attuale sede della Prefettura, il complesso di maioliche è stato oggetto di un provvedimento del Mibact che ne ha impedito la frammentazione e la dispersione perché definito «una delle realizzazioni più significative e rilevanti della produzione ceramica italiana del XIX secolo».
La collezione rientrata a Bologna comprende infatti, oltre alle alzate, ai piatti piani e fondi, ai piatti da dessert, alle tazze con piattini da tè, alle tazze con piattini da caffè e alle salsiere, i pezzi più celebri dell’intero servizio. Vale a dire le fruttiere in forma di trofei, i centritavola e i grandi candelabri a dieci e a diciotto luci, ammirati dai visitatori fin dall’Expò di Bologna del 1888. Ora si torneranno ad ammirare grazie alla mostra «Le maioliche Minghetti del duca di Montpensier per palazzo Caprara. Il ritorno di un trionfale servizio da tavola», a cura di Angelo Mazza, conservatore delle Raccolte d’arte della Fondazione, che si inaugura oggi alle ore 18 a Casa Saraceni, sede della Fondazione Carisbo, in via Farini 15.
Conclusa tre anni dopo la scomparsa di Angelo Minghetti, che aveva aperto la sua prima fornace nel 1858 in Palazzo Pepoli dopo aver lavorato come imbianchino e liquorista, la realizzazione del servizio del duca di Montpensier è da ricondurre all’attività dei figli Arturo e, in particolare, Gennaro, che affiancò il padre adottandone lo stile e utilizzando dei modelli di bottega. Insieme ai gigli di Francia inseriti in uno scudetto coronato, tra i decori ricorrenti vi sono le iniziali sovrapposte «AO», a indicare Antonio d’Orléans, duca di Montpensier e figlio del re di Francia Luigi Filippo I.