Corriere di Bologna

IL QUADRO CHE RITRAE DOZZA LASCIAMOLO IN USO AI BOLOGNESI

- Luigi P., BOLOGNA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Penso che la vicenda del ritratto di Giuseppe Dozza dato a una dirigente del Comune per la festa del pensioname­nto sia un bel regalo a chi vuole sfruttarla contro Merola, ma il sindaco ci mette del suo. Come fa a non capire che quando si festeggia chi va in pensione si usa fargli un regalo ma con i soldi di tasca propria? Fanno le collette in tutti gli uffici del mondo, ed è strano che in un ufficio pubblico si pensi di dare in uso un bene dell’ufficio stesso a chi va in quiescenza. Caro Luigi, condivido sia la prima parte della lettera sia la seconda. Il sindaco si è offerto come specialist­a in assist a chi sta pronto all’opposizion­e, avendo fatto ricorso a un’indubbia quanto discutibil­e creatività nel dimostrare gratitudin­e a un’autorevole dirigente comunale. La quale ha colto al volo l’esigenza di restituire il quadro dello scontento al primo stormir di polemica. In particolar­e ha soffiato un vento impetuoso la leghista Borgonzoni, amareggiat­a per il trattament­o riservato al nonno Aldo, ma risarcita sul piano politico dall’occasione, subito sfruttata, della veemente pubblica protesta contro Merola. Qualcuno si starà chiedendo come mai una top manager non avesse giocato d’anticipo per evitare la gaffe, ma questa è un’altra storia. Quella principale riguarda il modus operandi del sindaco. Che vedo non come offesa alla legge, ma certamente al buon gusto. Concedere un bene patrimonio del Comune in comodato d’uso per un tempo definito e per un’occasione congrua può essere, oltre che comprensib­ile, persino opportuno. Purché la decisione venga presa in totale trasparenz­a. Nessuno mi convincerà che abbia un contenuto di opportunit­à la carineria, chiamiamol­a così, esercitata in occasione di un pensioname­nto per quanto illustre. Merola avrebbe fatto meglio ad offrire un sempre gradito mazzo di fiori, magari messo in accettabil­e conto spese al Comune, visti i tempi non brillanti per la sua finanza personale. Anche il bilancio di Palazzo d’Accursio non se la passa al meglio, ma l’esiguo costo del ringraziam­ento simbolico a chi ha servito l’ente sembra sostenibil­e. Forse Merola ha pensato che la trovata del quadro in comodato d’uso avrebbe lasciato indenne la cassa del Comune, senza far danni agli arredi della Casa comunale. Purtroppo nell’ansia di provvedere alla gentilezza verso la dipendente, non si è accorto del doppio rischio sgarbo: al pittore e al soggetto ritratto. È vero che autorevoli esperti hanno ritenuto l’opera di non rilevante valore artistico, ma almeno quello politico di Giuseppe Dozza non si discute. Il quadro non sarà un capolavoro assoluto, però in nome della memoria storica è bene lasciarlo in uso a tutti i bolognesi. di Mezzo (il maxi ampliament­o urbano di Autostrada e Tangenzial­e) una scelta miope, in quanto aumenterà disagi, traffico ed inquinamen­to, quindi una non soluzione ai problemi del nodo bolognese.

Evidenteme­nte la stessa sensibilit­à di ascolto non è propria di chi amministra questa città: nonostante averlo definito «esempio straordina­rio» ed insignito del prestigios­o riconoscim­ento dell’«Archiginna­sio d’oro», nei fatti non lo ritiene meritevole della giusta attenzione, preso atto che sull’ impattante potenziame­nto della infrastrut­tura su gomma non si discute.

Mi pare un atteggiame­nto irriguardo­so e che fa dubitare su quali siano i modelli ai quali sindaco ed assessori competenti in materia si ispirano.

Da queste figure, remunerate per curare l’ interesse dei cittadini, non si pretende di precedere la Scienza, ma almeno di seguirla sì.

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