Sir Antonio Pappano in una versione cameristica
Stasera per Musica Insieme il direttore di Santa Cecilia si esibirà in duo con Luigi Piovano
Violoncello e pianoforte. Duo più che usuale per una rassegna consacrata alla musica cameristica come è la stagione organizzata a Bologna da Musica Insieme. Duo niente affatto usuale se il pianista è un celeberrimo direttore d’orchestra e il solista all’archetto il primo violoncello di una delle migliori formazioni orchestrali italiane. Duo insolito se non addirittura eccezionale. Lo compongono Sir Antonio Pappano che siede alla tastiera e Luigi Piovano suona il violoncello nel recital di stasera - ore 20.30 – al Teatro Manzoni. In città il direttore musicale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia torna, ma senza l’orchestra romana con cui, anno dopo anno, il sodalizio umano e artistico si fa sempre più intenso.
A differenza di colleghi come Daniel Barenboim, il maestro italo-britannico al pianoforte, si concede di rado e quasi mai, profittando di una rara pausa dagli impegni sul podio.
«Quando suono il pianoforte, la grande differenza – confida Pappano - sta nel fatto che quando fai musica da camera sono io a produrre le note a suonarle. E questa è la grande differenza: prendersi la responsabilità di produrre il suono…». Prospettiva diversa con cui ritrovare sul palco un grande interprete, capace di travolgere con una musicalità spontanea e quasi innata.
Per la stagione di Musica Insieme il programma è già ben collaudato e presenta le due opere consacrate alla formazione da Johannes Brahms: la Sonata in mi minore op. 38 e la Sonata in fa maggiore op. 99. «Noi abbiamo sempre tentato, anche in altre occasioni, di accompagnare le due Sonate di Brahms con brani di compositori italiani come Cirri, Martucci. Questa volta abbiamo provato a essere più estremi, per creare contrasti nel programma, ma anche per inaugurare e portare in vita due pezzi scritti da persone che conosciamo bene…». Le due persone sono Riccardo Panfili e Michele dall’Ongaro con due rispettive opere che si avvicenderanno ai capolavori di Brahms. Panfili è il giovane musicista che nel 2006 vinse il Concorso di Composizione indetto dall’Accademia Nazionale e la sua opera fu eseguita per la prima volta al Parco della Musica di Roma, con Pappano sul podio. A fianco del suo pezzo intitolato L’ospite insonne ci sono le Due canzoni siciliane scritte da Michele Dall’Ongaro, altra generazione e attuale sovrintendente dell’Accademia di Santa Cecilia. «Naturalmente il grande pubblico cerca il grande evento, e la musica da camera è tutt’altro – ragiona Pappano - Richiede raccoglimento. È un gioco intimo, un canto d’amore, una conversazione. E forse la musica da camera ha anche molto a che fare con il mondo in cui viviamo. Credo che oggi abbiamo bisogno proprio di questo, di una musica che abbia un grande rapporto con il silenzio». Sono riflessioni valide anche per i fondamenti delle scelte operate dai due in- terpreti. «Non si dovrebbero mai vedere capolavori d’arte plastica senza musica e viceversa ascoltare capolavori musicali se non in saloni ben arredati», aveva detto il filosofo e poeta Novalis due secoli fa. Frase che aveva colpito Johannes Brahms che l’aveva trascritta nel quaderno - l’ha pubblicato in italiano Edt con il titolo di Album letterario – dove il musicista amava raccogliere i pensieri che, per luce riflessa, rivelavano della sua indole molto più che dichiarazioni di estetica e di cui Brahms fu sempre molto parco. Lampeggianti sono perciò le intercettazioni di parole altrui che diventano pensieri propri. A paragone del compositore romantico, più generosi di dichiarazioni si sono rivelati i compositori del nuovo millennio.