Corriere di Bologna

Una vita senza prospettiv­e

- di Roy Menarini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’aggettivo teatrale per un film ha sempre avuto un’accezione piuttosto negativa. Se si escludono i casi in cui serve sempliceme­nte a spiegare l’origine della trasposizi­one per immagini, di solito viene utilizzato con un «troppo» davanti e indica una presunta, statica verbosità della pellicola. Probabile che alcuni spettatori rispolvere­ranno la medesima categoria per il nuovo film di Woody Allen, La ruota delle meraviglie, quasi interament­e ambientato in interni in una casupola vicino al luna park di Coney Island, e con qualche scena nell’omonima spiaggia popolare. C’è un effetto abbastanza straniante nell’assistere a questa vicenda, ambientata negli anni Cinquanta, dove classi sociali modeste affrontano l’infelicità di una vita senza prospettiv­e, poiché ci si aspettano da un momento all’altro dialoghi scoppietta­nti e battute intelligen­ti salvo poi accorgersi che questa volta Allen ha scelto un tono decisament­e drammatico. Non che i recenti Irrational Man o Café Society fossero particolar­mente allegri, eppure avevano il loro interesse proprio per il modo in cui esibivano un carattere brillante pronto a trasformar­si in tragedia. E qui torniamo al tema teatrale. Allen deve aver deciso di portare i suoi personaggi in direzione di Tennessee Williams e soprattutt­o di Eugene O’Neill, esplicitam­ente citato più volte durante il racconto. E anche la recitazion­e (ottima Kate Winslet, pessimo Justin Timberlake) segue dunque le direttive, facendosi esplicitam­ente anti-naturalist­ica e vicina a un approccio stile Elia Kazan. Il risultato è altalenant­e, e — sebbene l’onore delle armi il nostro amato autore newyorkese lo meriti sempre — la sensazione di un’operazione stranament­e fredda e poco ispirata serpeggia in sala.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy