Montegranaro schianta la Fortitudo
I veterani non incidono e la squadra va in difficoltà fin dall’inizio: è la terza sconfitta nelle ultime quattro partite
Non si abbassa la febbre alla Fortitudo che, se prima era malaticcia, oggi è proprio stesa a letto con un tremendo mal di testa.
Non trova la tachipirina Boniciolli («evidente difficoltà a reagire alle difficoltà, non si capisce perché, vista la comprovata esperienza» commenta) e l’Aquila becca quasi un «ventello» di scarto anche nelle Marche, con gli avversari a festeggiare quella che per loro è un’impresa.
Rosselli in più, anzi in quintetto, Italiano e Bryan come da logica fuori roster, ma ogni volta è un ricominciare da zero, un chiedersi il perché una squadra con così tanti veterani manchi sempre la presa sulla partita. E ad esempio spesso sbagli vistosamente l’inizio della partita (13-2 dopo 6 minuti iniziali da incubo, 1/11 al tiro) o l’inizio ripresa (8-0), e vada subito giù al primo cazzotto, incapace di rialzarsi.
Anche a Porto San Giorgio, che è tutto fuorché un bunker ostile, dove anzi prima del match applaudono gli ospiti, soprattutto Cinciarini che ci ha giocato in passato, e che alla fine è l’unico dei suoi a salvarsi. Assieme forse a Chillo, perché almeno è uno che ci mette grinta: è lui a firmare l’unico vantaggio esterno (19-21, con un quintetto pieno di riserve, al minuto 12’) di una serata sull’ottovolante, break e controbreak, ma sostanzialmente sempre in affanno.Appena si sistema un po’ l’attacco, perde colpi la difesa e viceversa, manca la continuità; e come al solito manca la regia.
Impietoso, una volta di più, il confronto tra playmaker titolari: Rivali segna (12 punti, 4/5) e fa segnare (10 assist), McCamey non prende iniziative (0/2), non costruisce (zero assist), non incide nemmeno in difesa. Valutazione 26 per il pesarese, -6 per l’americano, un pesce fuor d’acqua. Uno straniero così sarebbe da taglio immediato, verrebbe da dire, non fosse che per tre quarti l’altro americano non è stato tanto meglio. A parte una fiammata da tre triple in fila a inizio quarto, per un illusorio ritorno a -7, anche Legion ne esce male. Come peraltro tanti altri.
È la terza sconfitta nelle ultime quattro partite, con in mezzo solo il brodino strappato all’ultimo a Forlì, il momento è oggettivamente pessimo, sotto tutti i punti di vista: qualità del gioco, morale, classifica. Con la stessa Montegranaro che si prende il secondo posto in solitaria, con in più un +18 nel confronto diretto tutt’altro che secondario, e l’aggancio sul terzo gradino subito dalla stessa Ravenna, che ha sbancato Treviso, poco importa se finalmente Trieste ha perso. Il 2017 finisce con due partite sulla carta facili (Roseto in casa il 23, a Piacenza il 29) ma ogni giorno che passa è un giorno perso per cambiare completamente registro.