Corriere di Bologna

Falsa partenza Virtus Ma il finale è Gentile

Ramagli sperimenta, i bianconeri superano un primo tempo preoccupan­te e reagiscono Decisiva la tenuta della difesa. Ma è Stefano Gentile, il più lucido in campo, a condurre in porto la partita

- di Luca Aquino

Arriva con 20 minuti di ritardo la scossa invocata dalle parole di Luca Baraldi in settimana. Dopo un primo tempo preoccupan­te, da 45 punti concessi, la Virtus cambia marcia nella ripresa e conquista una bella e meritata vittoria 84-76 contro Torino. Può essere un punto di (ri)partenza se la squadra di Ramagli saprà capire quale è il modo giusto per approcciar­e le partite e i momenti di difficoltà che nel corso dei 40 minuti inevitabil­mente si propongono. La difesa, come poi sottolinea il coach nel dopopartit­a, è stata la chiave fin troppo facile di questa sfida.

La Segafredo torna dalla pausa di metà partita con un’altra faccia e un’altra energia dopo aver concesso 45 punti nel primo tempo tirando col 32% in attacco. Nella ripresa ne lascia solo 31 alla Fiat, senza l’amatissimo ex Peppe Poeta, appena quattro nei cinque minuti conclusivi dove si decide il match. E, in quel momento, una bella impronta sulla partita la lascia Stefano Gentile, decisament­e il più lucido in campo. Non solo regia, ma anche le stoccate chiave con 7 dei suoi 11 punti complessiv­i arrivati nell’ultimo quarto. Il play bianconero timbra due liberi importanti per il 79-74 a 1’40” dalla fine. Poi la tripla dell’82-74 un minuto dopo che chiude definitiva­mente il match. La Segafredo manda cinque uomini in doppia cifra — Lawson e Aradori i top scorer a 16 — e conquista così un successo preziosiss­imo nella corsa alla Final Eight di Coppa Italia.

Con un roster leggerment­e più lungo grazie all’arrivo di Baldi Rossi, Ramagli ha potuto sperimenta­re diversi assetti nel corso della partita, fino a trovare quello più produttivo con Ale Gentile da quattro nel finale e la coppia di play S. Gentile e Lafayette contempora­neamente in campo. In precedenza, aveva regalato buoni minuti di pallacanes­tro il quintetto con Slaughter e Lawson assieme. Soprattutt­o quest’ultimo nel terzo quarto era stato l’anima del sorpasso (6056), imbeccato bene da Aradori e Ale Gentile. Per la prima volta in stagione, Ramagli ha proposto anche i tre piccolissi­mi insieme Lafayette-S. Gentile-Umeh, non male seppure nella giornata no del nigeriano (0/5). Nulla a confronto ai disastri assortiti prodotti da Sasha Vujacic: l’ex campione Nba con i Lakers chiude con 0/10 zavorrando una Torino che ha messo in mostra l’eccellente 19enne Okeke, ma non ha avuto il pugno del ko quando la Virtus era all’angolo nel primo tempo.

Con un parziale di 4-20, grazie all’impatto di Okeke e Washington dalla panchina e al talento di Patterson, gli ospiti erano volati subito sul 13-23 e all’intervallo conducevan­o 38-45. Tutto un altro mondo nella ripresa. La Segafredo ha tratto linfa dalla difesa, ha limitato le distrazion­i (7 perse nel primo tempo, 3 nel secondo) capendo anche come stare in campo al cospetto del metro di arbitraggi­o. Registrate le cose dietro, anche in attacco la palla si è mossa meglio. Ale Gentile è stato impreciso ma ha dispensato assist, Slaughter è stato preziosiss­imo come sempre e nel finale le stoccate decisive sono arrivate da S. Gentile, che ribalta il match dal 71-72 all’84-74 negli ultimi cinque minuti.

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Azione sotto canestro e un momento della coreografi­a dei tifosi bianconeri

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