Corriere di Bologna

UN ALTRO GIORNO DA PECORA

- di Luca Bottura © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’idea di schiacciar­li per 90’ nella nostra metà campo alla fine non ha pagato. Né è dato sapere se sia la Juve a essere risorta o se, come col Milan, la spasmodica cautela del Bologna abbia rianimato una squadra ultimament­e balbettant­e e litigiosa. Resta un punto: chi pecora si fa, gli Agnelli se lo mangiano. E il timore reverenzia­le con cui una formazione tutt’altro che scadente affronta queste partite è un limite fondante su cui l’allenatore e il management dovrebbero lavorare di più e meglio. La regola del punto in più e della crescita graduale sono stimolanti come una replica della Santa Messa di Rete 4. Né le cose possono cambiare se la meritocraz­ia donadonian­a tocca tutti i ruoli tranne uno (spiace per Mirante, davvero) e se la parabola caratteria­le ascendente di Destro viene gambizzata togliendol­o dopo 55’ di una partita difficile ma lottata. Il suo sorriso sarcastico all’uscita racconta di un giocatore recuperato anche caratteria­lmente, applaudito da un pubblico che certe inerzie pare averle intese più del tecnico, un uomo stimabile che però di fronte alle grandi alterna i proclami del prima alla carota del dopo. Troppa carota. E non farò battute su come usarla. Allargare le braccia e dire che non poteva andare diversamen­te sarà anche la verità però i tifosi, tipo me, li avvilisce non poco. La squadra non so. Nulla di allarmante, per carità, anche se il Chievo ha perso a Crotone e al prossimo giro sarà il solito pandoro di cemento. Ma di farsi asfaltare così senza reagire anche basta. La strada per un’altra stagioncin­a è lastricata di rassegnazi­one. La picconiamo un po’? Forza Bologna.

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