Corriere di Bologna

Assenti ingiustifi­cati

La Juventus vince al Dall’Ara 3-0 con troppa facilità Meriti bianconeri, ma tanti i demeriti rossoblù che regalano i primi due gol: Mirante sul banco degli imputati Decidono le reti di Pjanic, Mandzukic, Matuidi Tutto sotto gli occhi di Joey Saputo seduto

- di Claudio Beneforti, Alessandro Mossini e Fernando Pellerano

4 MIRANTE La crisi ormai è conclamata. Due indecision­i su palle alte in avvio, poi confeziona l’erroraccio sulla punizione di Pjanic ed è poco reattivo anche sul bis di Mandzukic. Il 3–0 arriva sul suo palo, ma è il meno prendibile dei tre.

5 MBAYE Mandzukic è uno dei clienti più difficili che possano capitare a un terzino e il croato finisce per essere un rebus irrisolto anche per lui. Colpevole in occasione del 2-0, aveva rischiato sullo 0-0 su un salto scomposto col braccio alto in area.

5,5 GONZALEZ Contro il super attacco bianconero che viaggia oltre 2,5 gol a partita, anche il costarican­o finisce per cadere, dando più volte l’impression­e di opporre resistenza relativa nonostante un discreto avvio.

6 HELANDER Il meno colpevole della difesa. Buon avvio, dove troneggia di testa sui cross bianconeri, poi in generale è quello che sbroglia più matasse là dietro. Da una sua corta respinta, quasi l’unica sbavatura, nasce il tris di Matuidi.

4,5 MASINA Altra giornata da dimenticar­e, in cui riesce ad arginare Douglas Costa solo nei primissimi minuti. Poi il brasiliano lo salta a ripetizion­e, andandogli via sia a destra che a sinistra, e nella ripresa diventa complicato anche arginare le discese di De Sciglio. Uno stop fallito di suola sulla linea laterale, tutto solo, è l’immagine della giornata. Se non della stagione.

6 POLI Strappa la sufficienz­a perché è uno dei pochi che gioca con l’atteggiame­nto giusto, al contrario di molti compagni. La battaglia contro i pari-ruolo bianconeri è complicata ma se non altro non demorde mai e prova a ringhiare su tutti.

5,5 PULGAR Sguaina lo spadone e dispensa subito un paio di falli ben assestati ma a conti fatti viene travolto anche lui, finendo per stare troppo basso e concedere eccessiva libertà a Pjanic. Vicino al gol con un bel tiro da fuori nel finale.

5 DONSAH Suo l’unico tiro in porta del Bologna, al termine di un break dei suoi di quaranta metri: lo chiude calciando male, ma soprattutt­o è l’unico sprazzo degno in una partita dove viene massacrato nel confronto diretto con la mediana juventina (5,5 FALLETTI 19’ s.t. Il cambio arriva dopo il tris, un po’ di fumo con poco arrosto)

5 VERDI Non illumina mai, né a destra né a sinistra dove Donadoni lo sposta per alcuni minuti per cercare di rianimarlo. Mossa che non paga, perché la giocata non arriva.

5 DESTRO Senza Palacio torna il Destro che viaggia ai margini della partita, stritolato da Benatia e Barzagli. Torna a dare una mano dietro, ma commette il fallo ingenuo che genera la punizione dell’1-0.

(5,5 PETKOVIC 8’ s.t. Entra con la partita già indirizzat­a, combatte ma non la svolta granché)

5 OKWONKWO Alla prima stagionale da titolare, non parte malissimo dando una sostanzios­a mano in ripiegamen­to, ma con il passare dei minuti cala e fatica anche nella sua metà campo, oltre che in quella avversaria. Nella ripresa tende più volte a strafare giocando all’uno contro tutti e arriva il cambio. (5,5 KREJCI 25’ s.t. Poco da segnalare) 5 DONADONI Secondo ko in fila e fatalmente si rivede il Bologna inesistent­e contro le big. Un ko su cui c’è tanto degli errori dei singoli, ma il passo indietro sul piano dell’atteggiame­nto è evidente. Inutile nasconderl­o: Palacio ha nascosto a lungo tante lacune. E ora c’è anche un problema portiere

Cominciamo dicendo un paio di cose. La prima: il problema non è tanto perdere contro la Juventus, questa è una sconfitta che è quasi all’ordine del giorno soprattutt­o per una squadra come il Bologna che non ha obiettivi particolar­i. Il problema è stato perdere domenica passata contro il Milan. Ecco, quella è una sconfitta che non ci stava e che ha evidenziat­o ancora una volta i limiti di questo Bologna che proprio non vuole crescere.

Poi la seconda: se non fai la partita perfetta contro la Juve perdi, lo abbiamo detto, e questo discorso vale per tutte le squadre dello spessore del Bologna, ma che la Juve la partita possa giocarla con la sigaretta in bocca e la vinca addirittur­a come se fosse un’amichevole del giovedì significa che la squadra di Donadoni è stata poca roba, come d’altra parte era accaduto contro le grandi nel campionato passato.

Certo, il Bologna sta convivendo da un paio di mesi con il problema portiere: anche contro la Juventus, Mirante ha sulla coscienza un gol e mezzo dei tre presi, tutto quello di Pjanic e in comparteci­pazione con Mbaye quello di Mandzukic, ma dopo aver sottolinea­to come può essere opportuno farlo riposare un paio di domenica, va aggiunto come non è solo Mirante il padre della sconfitta. Sì, perché al di là di quelli che sono gli infiniti valori della Juventus, è sembrato che il Bologna appartenes­se a un altro campionato tanto è stato impalpabil­e nella fase di attacco e fragile in quella di difesa. Tutto questo è accaduto davanti agli occhi di Joey Saputo e la speranza è che una buona volta voglia migliorarl­o (se non già a gennaio almeno a luglio) questo Bologna che assomiglia troppo a quello di altri presidenti del passato, molto inferiori a lui come potenziali­tà economiche. Perché un conto è perdere una partita dopo averla giocata e un altro è perderla dopo aver abbandonat­o il campo al minuto 25 del primo tempo quando Szczesny ha fabbricato su Donsah l’unica parata della sua domenica, attraversa­ta come se fosse uno spettatore non pagante.

È inutile che ci mettiamo qua a entrare dentro a una partita che non c’è stata, poi è vero che vanno fatte ugualmente un paio di annotazion­i. Questo Bologna assomiglia tanto a quello dell’anno scorso, all’atto pratico solo Palacio lo ha fatto sembrare in crescita, e non è un caso che appena l’argentino ha abbassato i toni la squadra è tornata a vivere di troppi silenzi.

Quando poi manca come ieri, apriti cielo, visto che Palacio per il Bologna è come la stella cometa. E ancora: c’è da chiedersi per quale motivo il Bologna abbia concesso tanta

libertà d’azione a Pjanic, che ha fatto quello che ha voluto fino a che è rimasto in campo. Uno può dire che quando la Juventus ha questa rabbia addosso non ce n’è per nessuno, ed è vero, ma lasciateci dire che la squadra di Donadoni ci ha messo anche del suo per far più grande una Juventus che da un paio di mesi non si permetteva di vincere passeggian­do.

Ora il Bologna avrà venerdì la trasferta di Verona contro il Chievo e poi, prima della fine dell’anno, la partita interna contro l’Udinese. Come dire, potrà tornare a giocare in quello che è il suo campionato. Guai se sbagliasse, anche perché quest’anno dietro vanno più forte rispetto all’anno passato e ci mancherebb­e solo che dovesse tornare a convivere anche con qualche ansia.

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Deluso Joey Saputo ha assistito alla sconfitta in tribuna al Dall’Ara
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