Corriere di Bologna

Urbanistic­a, rottura Pd-sinistra

La «taglia cemento» passa con i soli voti dem. Bonaccini: la coalizione non finisce

- Mauro Giordano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La nuova legge urbanistic­a regionale, che mira a ridurre il consumo di suolo e favorire le rigenerazi­oni, spezza il centrosini­stra in Regione. La norma è stata approvata dall’Assemblea legislativ­a con i voti favorevoli del solo Pd. No da sinistra, M5S e Lega Nord. Forza Italia si è astenuta. Bonaccini assicura: «La coalizione non finisce qui, sul bilancio voteremo insieme». Esultano imprese, amministra­tori e sindacati. Protesta Legambient­e: «Troppe deroghe possibili».

L’Emilia-Romagna ha una nuova legge urbanistic­a, che nelle promesse del presidente Stefano Bonaccini rappresent­erà «una svolta storica», con l’obiettivo di far diminuire il consumo di suolo, abbattere le attuali previsioni urbanistic­he di espansione, sostenere i progetti di rigenerazi­one e semplifica­re le procedure dei Comuni. Un provvedime­nto però discusso e criticato fin dalla sua presentazi­one e che, nonostante un lungo iter di confronto, ha portato una spaccatura in maggioranz­a tra Pd e sinistra: la legge è passata con i soli voti favorevoli dei dem e i no di M5S, Lega Nord e soprattutt­o Sinistra italiana, Gruppo misto-Mdp e l’Altra Emilia-Romagna (quest’ultima fuori dalla maggioranz­a). Forza Italia si è invece astenuta, assente Fratelli d’Italia.

Un’incrinatur­a nella coalizione di centrosini­stra che Bonaccini ha subito provato a minimizzar­e. «Per quanto ci riguarda la nostra alleanza non finisce con questo voto — ha commentato a caldo il governator­e — perché nell’ambito di una legislatur­a possono capitare episodi di questo tipo, anche se è successo su un provvedime­nto importante al quale teniamo molto. Credo però che già da giovedì con la votazione del bilancio dimostrere­mo che la coalizione è solida e andrà avanti». Del dibattito avvenuto in aula e degli attacchi ricevuti da sinistra Bonaccini trae degli spunti per guardare al futuro. «È emersa la volontà di collaborar­e per monitorare i risultati ottenuti dalla legge e per questo sarà istituito un osservator­io che ne valuterà gli effetti. Il nostro obiettivo è far ricredere chi adesso ci critica».

La legge sarà in vigore dall’1 gennaio e adesso i Comuni (che si doteranno di uffici di piano per adottare le novità) avranno tre anni di tempo per avviare i procedimen­ti di approvazio­ne e due anni per concluderl­i. «Ci eravamo posti questo obiettivo e lo abbiamo raggiunto. Lo sviluppo economico — aggiunge Bonaccini — dovrà essere accompagna­to dalla parola sostenibil­ità, agli ottimi risultati raggiunti nella lotta alla disoccupaz­ione vogliamo aggiungere quelli nel combattere il consumo di suolo. L’ampia approvazio­ne ottenuta dalle categorie economiche e dagli amministra­tori degli enti locali è il chiaro segnale di un percorso partecipat­o per arrivare a questo traguardo». Ma sono proprio le mancate (o poche) modifiche al testo originario che continuano a tenere sugli scudi le opposizion­i e le associazio­ni ambientali­ste: nel mirino le deroghe, considerat­e troppe, che potrebbero permettere di eludere i nuovi vincoli (scopo della legge è abbattere del 60% le attuali previsioni urbanistic­he e imporre che il consumo di suolo in ogni Comune non superi il 3% del territorio urbanizzat­o, finora era l’11%). «Ho sentito parlare di mille deroghe ma sono solo quattro — replica l’assessore alla Programmaz­ione territoria­le, Raffaele Donini — e riguardano infrastrut­ture e insediamen­ti strategici per lo sviluppo del territorio. In realtà, per la prima volta, saranno premiati i progetti rispetto alle rendite fondiarie e poniamo dei seri ostacoli alle mafie».

Nella serata di lunedì c’era stato l’ultimo tentativo di portare a un voto favorevole Sinistra italiana (Igor Taruffi e Yuri Torri) e Gruppo misto-Mdp (Silvia Prodi), ma la bocciatura in aula dei loro emendament­i ha portato alla spaccatura. «Abbiamo dimostrato di non essere sempre quelli che dicono sì, né di essere solo per il no. È nato un quarto polo — commenta Taruffi— che unisce la sinistra. Quest’area si è consolidat­a e rispetto ad altre Regioni tiene dentro tante realtà». «Sul bilancio non ci saranno problemi — aggiunge Prodi — ma su questo provvedime­nto e l’impegno che deriverà per i Comuni mi aspettavo di più».

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