Candidature, Critelli avverte «I nomi? C’è la coalizione»
Tiene banco la possibile candidatura di Casini o Galletti. «Non temo Bersani»
Francesco Critelli invita tutti a «cambiare approccio» in vista delle Politiche. «Eviterei di offrire a chi ci guarda lo spettacolo» di un partito «che per sei mesi ha discusso del proprio congresso» e subito dopo riprende a dibattere «per chi deve essere candidato in parlamento», ha detto due sere fa al Baraccano, in uno dei suoi primi dibattiti pubblici dopo la rielezione in via Rivani.
Quella sulle candidature è «una discussione iniziata troppo presto», dice, e bisognerà tener conto anche delle esigenze della coalizione. Ma no ai «paracadutati». Bersani candidato a Bologna? «Destino la paura ad altro», risponde Critelli. Ma la sua scelta resta «un dolore».
«Eviterei di offrire a chi ci guarda lo spettacolo» di un partito «che per sei mesi ha discusso del proprio congresso» e subito dopo riprende a dibattere «per chi deve essere candidato in parlamento».
Il segretario provinciale del Pd Francesco Critlelli prova a stroncare sul nascere le tensioni in casa democratica in vista della composizione dei nomi bolognesi per Camera e Senato. «Non è l’approccio migliore. La politica non è preoccuparsi dei nostri destini personali, non è questo il nostro compito», osserva. Il segretario di via Rivani non gradisce la piega che ha preso «una discussione iniziata troppo presto» e che entrerà nel vivo solo dopo l’Epifania.
Fatto sta che gli animi restano irrequieti. Per via di due nomi: quello dell’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini e dell’ex segretario nazionale del Pd, oggi LeU, Pier Luigi Bersani. Il primo alleato dei Dem, il secondo avversario. Entrambi potrebbero candidarsi in uno dei tre collegi bolognesi. Addirittura potrebbero vedersela in uno scontro diretto, ma l’ipotesi è alquanto azzardata e disorienterebbe non poco l’elettorato di sinistra. Quel che pare molto probabile, e non da oggi a dire il vero, è che o Casini o il ministro per l’Ambiente Gianluca Galletti, entrambi centristi che hanno scelto Renzi ed entrambi bolognesi, possano correre qui. La conferma che si va in questa direzione è arrivata l’altra sera al Baraccano pure da Critelli, in uno dei suoi primi dibattiti pubblici dopo la rielezione in via Rivani, in compagnia del deputato Ernesto Carbone. «Responsabilità e autonomia — ha detto — devono essere i nostri due principi. C’è una coalizione e non può che toccare alle terre dove c’è più consenso un gesto di responsabilità».
Poi c’è l’altra faccia della medaglia, quella dell’autonomia, che si traduce con un no secco del segretario «al fenomeno dei paracadutati» e con l’idea di votare in direzione provinciale (al rientro dallo stop natalizio) una rosa di nomi bolognesi «radicati sul territorio e con il partito». Fin qui i rapporti con gli alleati.
Diverso il discorso con gli avversari un tempo amici, anzi compagni, che hanno abbandonato il partito di Renzi. «Io rispetto Bersani ma è una scelta politica che non condi-
L’apertura ai centristi alleati esclude però nomi eccellenti imposti da fuori
vido, deleteria. Era il rappresentante della Ditta e ora corre contro il partito. È doloroso». Ma una sua candidatura a Bologna mette paura al Pd? La risposta di Carbone è spavalda: «Non mi importa nulla di quello che fa, perderà in malo modo». Assai più diplomatico Critelli («destino la paura ad altro») che si è presentato al Baraccano decisamente rilassato dopo avere chiuso la partita della sua segreteria provinciale, riuscendo a far entrare tutte le minoranze: «Non era un risultato scontato, alle spalle avevamo dei toni accesi, ben oltre di quelli consentiti in un congresso. Ora si apre una fase nuova».
Visto però il ruolo centrale in queste elezioni Politiche che avrà l’Emilia-Romagna e quindi Bologna per il Pd, era importante che la federazione più grande d’Italia medicasse una volta per tutte le sue ferite e si presentasse compatta all’appuntamento della campagna elettorale. Critelli da orlandiano manda anche un messaggio ai compagni della sua corrente e, indirettamente, allo stesso Guardasigilli che nei giorni scorsi non ha mancato di criticare Renzi. «Non condivido quelli che il giorno dopo il congresso e le primarie hanno cominciato a mettere in discussione Renzi. Io non l’ho votato, ma è il mio segretario. A lui va lealtà e sostegno».