Fico, l’asta di Natale a suon di orate
Bandierine, prezzi urlati, affaroni: una piccola folla per accaparrarsi l’affare migliore
Pienone, ieri pomeriggio, all’asta del pesce a Fico. Un’iniziativa della pescheria Nave Errante che ha richiamato in un pomeriggio non proprio affollato, una cinquantina di persone, arrivate al parco agroalimentare per aggiudicarsi il lotto più gustoso (o più conveniente) in vista del cenone della Vigilia.
E visto il successo, l’asta si ripeterà probabilmente prima di San Silvestro.
«Allora signori, adesso passiamo alle orate, ecco il lotto numero 8 con 3 splendidi esemplari da circa 800 grammi l’uno, freschissimi! Guardate che luce, che bellezza. Partiamo da una base d’asta di 10 euro, via!». Maglietta a righe bianca e blu, cappellino rosso, accento salentino e microfono in mano: il capo pescheria Salvatore è un battitore nato ed è lui che anima l’asta che va in scena a Fico nello spazio Nave Errante.
Sono le quattro di pomeriggio, ad aspettare il gong ci sono più di cinquanta persone. Tutte con la bandierina blu in mano per l’eventuale rilancio, il foglio informativo con l’elenco dei 40 lotti previsti e le idee abbastanza chiare in vista dei cenoni natalizi e della capienza del freezer. Tanti singoli cittadini, qualche ristoratore, gli inevitabili curiosi. Salvatore capisce subito che c’è una platea attenta e motivata, i pesci sono tutti nelle grandi scatole di polistirolo col ghiaccio, uno stuolo di commessi in divisa marinara sono sui blocchi di partenza per l’esposizione della merce, altri operatori alle casse per chiudere subito i conti. Nave Errante ma organizzata. Tutt’intorno un discreto vuoto, pace e silenzio (non certo per la gioia degli espositori) rotto solo dall’animazione di Salvatore coadiuvato da Gianni che picchia un cucchiaio di legno su una pentola per scandire un lotto da un altro. Un po’ di colore, giusto per ricordare le ben più scatenate e affollate aste che vanno in scena nei porti di mare, da Gallipoli a San Benedetto del Tronto. Nasce da lì l’idea. E anche dal successo già riscosso nelle pescherie degli Eataly di Farinetti (Trieste, Genova, Milano, Torino, Roma….), dove le aste si fanno da tempo.
La Nave Errante, progetto tutto nuovo proveniente dal «porto» di Ariano Irpino e che propone vendita al banco di pesce appena pescato (nonché sostenibile del Mar Tirreno, assicura Fico) e somministrazione dello stesso al tavolo, ha sposato l’iniziativa «anche per farsi conoscere», dice il responsabile dello spazio, «nel week end c’è movimento, durante la settimana meno, ma confidiamo che con il nuovo anno…».
Quindi, asta! Si parte dai lotti più semplici e meno costosi — 10 euro per 1 chilo di gamberi rosa e due sogliole — e poi si sale fino al gran finale con 10 chili di branzini, quindi più di una dozzina, provenienti dagli allevamenti siciliani per 50 euro. In mezzo, lotti da 15, 20, 25 euro e così via con cassette eccezionali ricolme di scorfani, naselli, alici, aringhe, cannocchie e mazzancolle, ricciole, dentici, seppie, di tutto di più. Pronti via, l’asta corre velocissima con rialzi continui, «11 euro la signora, 12 là, 13 la signora, 14, no 15, 16 euro per il ragazzo, 17, 18…», un euro alla volta e alla fine l’acquirente è sempre contento. «Siamo in 10 a capodanno, ho una bella lista di cose da comprare», dice un signore con il foglio in mano. La bandierina la sventola la moglie. «Vai vai, alza… aspetta, ecco… alza, no ora basta…», ma è lui che dirige. S’innescano delle sfide. Fra cenoni, ovvio. Lotta agguerrita per un salmone e un pesce spada entrambi da 1 chilo: si parte da 30 si arriva quasi a 50. Felice un ragazzo che conquista per soli 32 euro 2 chili di branzini, «fantastico, ma non so come si cucinano… ho saputo dell’asta su internet». Due signore s’aggiudicano l’ennesimo lotto con 40 euro: 10 orate «che surgeleremo». Alla cassa uno scontrino dopo l’altro. I lotti sono volati via, ma la gente rimane, soprattutto gli sconfitti, «e allora continuiamo fino a quando non svuotiamo il bancone», grida Salvatore al microfono. E così accade. Il buffet per gli ospiti con pesce crudo e bollicine può attendere. Gli affari sono affari. «Bisseremo, certo, ma ormai dopo Natale». Questo sì che è Fico.
Dieci chili di branzini, quindi una dozzina, provenienti dalla Sicilia: base d’asta 50 euro