Unibo, in 15.000 esentati dalle tasse La Regione in campo per le borse
Bianchi scrive alla ministra: per la prima volta non è garantita la copertura del 100%
Sono oltre tremila gli studenti che ad oggi, pur avendone diritto, non riceverebbero la borsa di studio erogata da Ergo. Questo a causa dei tagli dei fondi da parte del Governo. Un impasse per superare il quale si sta muovendo in primis l’assessore regionale all’Università Patrizio Bianchi, ma anche i rettori degli Atenei dell’Emilia-Romagna. Unibo in testa che da quest’anno ha allargato la platea di studenti esenti completamente dalla tassazione.
Partiamo proprio da qui. Il bilancio di previsione 2018 dell’Alma Mater, approvato ieri dal Cda, copre completamente la riforma della tassazione voluta dal rettore Francesco Ubertini che ha esteso la no tax area fino ai 23 mila euro di Isee, unico Ateneo in Italia a farlo insieme a Modena-Reggio Emilia, Ferrara e Pavia. «In un prima fase abbiamo stimato in 21 mila gli studenti che avrebbe beneficiato di una riduzione delle tasse e tra questi 15 mila quelli esonerati completamente — spiega il rettore —, questi numeri potrebbero aumentare perché crescono gli immatricolati, in particolare alle lauree magistrali a ciclo unico».
Tre dei quattro atenei della regione hanno quindi di fatto abbassato le tasse a chi ha peggiori condizioni di reddito. Ma questo potrebbe non bastare se Ergo poi non riesce a garantire una borsa di studio. Oggi è in programma una riunione della Conferenza delle Regioni, a Roma, alla quale l’assessore Bianchi ha chiesto di mettere il tema all’ordine del giorno. Non solo: ieri ha scritto alla ministra dell’Università Valeria Fedeli spiegando che con la quota stanziata per ora «la percentuale di copertura degli idonei che riusciamo a raggiungere è pari all’85,2%, nonostante la Regione abbia stanziato un milione di euro in più». « L’Emilia-Romagna — prosegue Bianchi — ha sempre garantito la borsa di studio al 100 per cento degli studenti che ne hanno diritto grazie a finanziamenti regionali ingenti, quest’anno di 22 milioni di euro. Chiediamo che ci venga data questa possibilità anche quest’anno e chiediamo al ministero di accelerare la procedura di riparto dei fondi per il diritto allo studio universitario e di tenere conto dello straordinario incremento di matricole negli atenei regionali».
Il problema è ben presente ai singoli Atenei. Bologna aspetta di avere le cifre precise per decidere se intervenire con fondi propri. «Il decreto non è stato ancora pubblicato — spiega Ubertini —, la certezza non c’è, quindi abbiamo la speranza che qualche risorsa in più arrivi». L’auspicio è che «venga valutato il fabbisogno reale e non la quota storica, e io supporterò questa richiesta della Regione. Poi, una volta avuta la certezza di quello che manca, insieme alla Regione e agli altri rettori ragioneremo su come intervenire. Spero che il problema si riveli di portata inferiore, in ogni caso dovremo trovare tutte le forme possibili per arrivare a una copertura del 100%». Insomma, il campanello d’allarme è suonato. E non è escluso che come cinque anni fa siano gli Atenei a dover colmare il buco degli stanziamenti statali. «È nostro interesse coprire il 100% delle borse di studio — conclude Ubertini — e quindi per noi questo diventerebbe una priorità».