Confindustria, via alle filiere e i consiglieri si dimezzano
Una struttura di venti filiere, per permettere alle aziende di fare sistema non più attraverso i settori ma attraverso il proprio campo di interesse. Mettendo insieme i piccoli e rinforzando i grandi. E, perché no, attirando aziende fuori dall’associazione degli industriali (anche se non è questo l’obiettivo principale). Confindustria Emilia mette nero su bianco lo schema della nuova struttura della territoriale che, pochi mesi fa, è nata dalla fusione tra Bologna, Modena e Ferrara.
E che è destinata a cambiare radicalmente il funzionamento dell’associazione, come ammette il suo presidente Alberto Vacchi ricordando che si tratta del primo caso in Italia. Per Vacchi, che ne aveva fatto il cavallo di battaglia della corsa per Confindustria nazionale, il sistema delle filiere «costituisce la colonna portante del nostro tessuto industriale». Gli obiettivi della nuova governance sono tre. Il primo è fare una formazione più mirata, partendo dagli istituti tecnici e arrivando all’aggiornamento e alla riqualificazione dei dipendenti. Poi c’è il tentativo di mettere in contatto le realtà già esistenti con le nuove imprese. Infine, la speranza degli industriali è che questo sistema possa attrarre nuove multinazionali.
Dall’agroalimentare al packaging sono rappresentati tutti i maggiori comparti dell’economia emiliana. L’organizzazione è su due livelli: ciascuna filiera è divisa per segmenti (l’agroalimentare, per esempio, ne ha nove), che danno voce ai comparti troppo piccoli per fare filiera da soli. Nella prima metà del 2018 ciascuna azienda deciderà di che filiere far parte e in quale votare e verranno eletti i 20 referenti. Il consiglio di Confindustria Emilia non conterà più 135 consiglieri ma 75: i 20 referenti, 35 rappresentanti distribuiti tra le filiere in relazione al loro peso e 20 rappresentanti generali. Questo parlamentino sceglierà, nel 2019, il successore di Vacchi. Che nel frattempo commenta il 2017 che si sta chiudendo: «Un bellissimo anno. Le prime percezioni tendono a mostrare un 2018 su quella falsariga, salvo le incertezze che possono derivare da una situazione politica complicata».