Corriere di Bologna

L’emergenza ora è finita Così i tempi si dilatano

Il tre gennaio la struttura della diocesi aprirà le porte per accogliere 25 minorenni non accompagna­ti In via Mattei numeri mai così bassi, però i tempi di permanenza sono quasi triplicati rispetto a tre anni fa

- M. C.

Finita l’emergenza profughi, anche i tempi dell’accoglienz­a si dilatano. All’hub di via Mattei sono triplicati. Intanto l’Eremo di Ronzano apre le porte a 25 minori non accompagna­ti. «Per integrare dobbiamo partire da loro», dice il frate dell’Eremo Benito Fusco.

Occorrono strutture per alleggerir­e l’hub e intanto tra quelle attivate per il bando Sprar c’è quella dell’Eremo di Ronzano, messa a disposizio­ne dalla diocesi bolognese che il 3 gennaio aprirà le porte a 25 richiedent­i asilo, tutti minori soli non accompagna­ti. Sarà una struttura gestita da una cooperativ­a dei salesiani e per il futuro potrebbe arrivare a ospitare 30 ragazzi. «Abbiamo deciso di accogliere questi giovani — spiega frate Benito Fusco — perché crediamo che abbiano bisogno in questa fase delicata della loro vita di un percorso ad hoc di integrazio­ne».

E quella dei minori non accompagna­ti è una delle questioni più delicate dell’accoglienz­a. Oggi all’Hub di via Mattei ne sono accolti 25. In passato ce ne sono stati anche una sessantina. Perché il turnover per loro è più lento, le strutture che li accolgono sono diverse da quelle per gli adulti così come il percorso di accoglienz­a.

Intanto a pochi giorni dalla fine dell’anno è stato tracciato un bilancio sull’accoglienz­a in via Mattei. I numeri degli uomini, delle donne e dei bambini passati in questi tre anni dall’Hub di via Mattei raccontano la storia di una struttura, convertita da centro di detenzione ed espulsione a centro di accoglienz­a regionale per i richiedent­i asilo a luglio 2014, che ha toccato picchi di mille persone e oggi accoglie appena 412 adulti e 25 minori soli non accompagna­ti.

Nel 2017 sono state 7.746 le persone accolte, 11.808 nel 2016 e 9.178 nel 2015. Ma se da una parte i flussi migratori si sono ridotti con il decreto Minniti, dall’altra i richiedent­i asilo in via Mattei restano in media un mese e dieci giorni. Tempi di permanenza triplicati rispetto al passato. Due anni fa, dopo 15 giorni era possibile un turnover, nel 2016 si arrivava al massimo a 19 giorni. Tempi dilatati perché in assenza di arrivi massicci non ci sono più aperture straordina­rie della Prefettura dei Cas, centri accoglienz­a straordina­ria, appunto. Ma se queste persone non dovessero essere trasferite a breve, il prefetto Piantedosi si vedrebbe costretto ad aprire nei prossimi mesi nuove strutture. Intanto è certo, invece, che Palazzo Caprara a breve pubblicher­à il nuovo bando per la gestione dell’hub di via Mattei: «Si partirà da una base di accoglienz­a di 250 posti, con possibilit­à in caso di arrivi massicci di accogliere più persone». Quest’estate, ai container forniti dalla prefettura di Padova, si sono aggiunte le tende blu della protezione civile del Viminale e sono stati allestiti i cantieri per un eventuale ampliament­o della struttura. Poi però non c’è stato più bisogno, visto lo stop agli sbarchi.

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