Corriere di Bologna

San Silvestro, mele volanti sulle note di Bach

L’autore Sean Gandini parla del lavoro che andrà in scena il 30 e il 31 «Guardiamo la giocoleria con le lenti della danza e ridiamo molto» La pièce sul Nuovo Circo è ispirata a due titoli della coreografa tedesca

- di M. Marino

Lo spettacolo è stato creato pensando pensando a Pina Bausch Ha molti elementi del suo universo: le parate, il costume, il gioco di potere nel rapporto uomodonna che si esprime nei movimenti

San Silvestro con ottanta mele che volano, che vorticano, che appaiono e scompaiono in palcosceni­co in vertiginos­i incanti di giocoleria, tra servizi buoni da tè e musiche che spaziano da Bach a un repertorio anni 30. Un gruppo di uomini e donne in vestiti eleganti agiscono storie di attrazione e rifiuto, di corteggiam­ento e fuga, ispirandos­i a due classici di Pina Bausch, Kontakthof del 1978 e

1980, utilizzand­o le tecniche della giocoleria e del nuovo circo. Smashed di Sean Gandini, in collaboraz­ione con il coreografo Gill Clark, spettacolo della compagnia Gandini Juggling dedicato alla coreografa tedesca scomparsa nel 2009, sarà il modo di festeggiar­e la fine dell’anno con allegria proposto dall’Arena del Sole sabato 30 alle 19.30 e domenica 31 dicembre alle 21.30 (segue brindisi di mezzanotte per salutare il nuovo anno). «Sono trascorsi vent’anni — spiega Gandini — da quando abbiamo iniziato a creare lavori di “giocoleria contempora­nea”. Proprio durante una delle ultime settimane in cui stavamo lavorando a

Smashed, Pina Bausch è morta. Da qui è nata l’idea di una parata «bauschiana».

Smashed è una composizio­ne libera in cui, con humor britannico, ridiamo tanto come giocolieri tradiziona­li quanto come giocolieri contempora­nei che si prendono molto sul serio!».

Circo, giocoleria, mimo, danza: come si fondono questi elementi?

«Abbiamo creato la nostra compagnia per guardare la giocoleria attraverso la lente della danza. Tutti i lavori che abbiamo messo in scena derivano da quest’idea. Così

Smashed si ispira al mondo di Pina Bausch che si pone a metà strada fra il teatro e la danza».

Come nasce la vostra compagnia?

«Nasce perché crediamo che nel vocabolari­o coreografi­co esista un potenziale non sfruttato della giocoleria. Avevamo e abbiamo un forte de«Dipende. siderio di fare spettacoli».

Quale ruolo ha nella creazione Sean Gandini e quale l’altra fondatrice, Kati YlaHokkala?

«Entrambi contribuia­mo equamente al lavoro della compagnia. Io sono il “rumore” e Kati è la voce della ragione».

Quali sono le peculiarit­à della vostra compagnia nell’ambito degli spettacoli di nuovo circo?

«Credo la prolificit­à e la provocazio­ne. Siamo molto felici di sperimenta­re, scommetter­e e recitare. Penso che siamo una delle compagnie di circo contempora­neo che basa di più il suo linguaggio sulla danza».

I vostri spettacoli più importanti?

Alcuni degli spettacoli che amo di più non hanno girato tanto quanto altri lavori. A me è piaciuto molto Clöwns and Queens ma forse la sua natura provocator­ia ha fatto sì che girasse poco.

Smashed è il nostro lavoro che ha avuto più successo, con più di 600 repliche in tutto il mondo».

Che cosa aggiunge al teatro l’arte della giocoleria?

«È un linguaggio che ha le sue insidie e i suoi punti di forza. Il suo virtuosism­o è un’arma a doppio taglio. È un linguaggio ricco che si può impreziosi­re in molti modi. Siamo al Metropolit­an Opera House a New York con un’opera di Philip Glass Opera chiamata Akhnaten. I giocolieri sono sul palco per tre ore come personaggi fantasmi della narrazione».

In che modo «Smashed» è un omaggio a Pina Bausch?

«Lo spettacolo è stato creato pensando a lei. Ha molti elementi del suo universo: le parate, il costume, il gioco di potere nel rapporto uomodonna…».

Che cosa intende per «Tanzjongla­ge»?

«È una parola divertente che hanno usato per descrivere l’universo di Smashed. È un prestito dal Tanztheate­r di Pina…».

Mele, tante mele in scena: che cosa ci fanno?

«L’anno in cui abbiamo creato Smashed stavamo lavorando a uno spettacolo con le mele su Isaac Newton e sulla gravità, che non è poi mai stato messo in scena. Ma l’idea delle mele ci è sembrata perfetta per lo spettacolo su Pina. Sono intrise di simbolismo».

In un’epoca, di tecnologia e di rapporti social, abbiamo ancora bisogno dello stupore del teatro e della giocoleria?

«Sì!!!»

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