Corriere di Bologna

Bonaccini blinda la sua giunta

Elezioni politiche, frenati gli assessori : «La squadra concluderà il mandato»

- Olivio Romanini @olivioroma­nini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Se non è uno stop poco ci manca. Il governator­e Stefano Bonaccini spegne le voci che danno una buona parte dei suoi assessori in corsa per un posto in Parlamento e azzarda: «Credo che questa giunta rimarrà pressoché completa fino alla fine del mandato».

Nella sua consueta conferenza stampa di fine anno in Regione dove mette in fila gli obiettivi del 2018, dall’abbassamen­to ulteriore della disoccupaz­ione, all’otteniment­o dell’autonomia, alla realizzazi­one delle infrastrut­ture, parla per la prima volta della sua ricandidat­ura alla presidenza della Regione: «Dovremo candidare le personalit­à più forti che ci sono ma se serve io ci sarò».

Il governator­e dell’Emilia Stefano Bonaccini stoppa le voci sulle possibili candidatur­e in Parlamento dei suoi assessori e blinda la sua giunta: «Credo che la mia squadra rimarrà pressoché completa fino alla fine del mandato», ha detto ieri nel corso dei tradiziona­li auguri di fine anno in viale Aldo Moro. Eppure, oltre alla quasi scontata candidatur­a del suo sottosegre­tario Andrea Rossi, circolano i nomi di diversi assessori della sua giunta, ma lui tiene il punto. Specifica che certamente non impedirà a nessuno di candidarsi e aggiunge: «Che si parli di candidatur­e dei miei assessori mi gratifica, perché conferma la bontà delle mie scelte».

Nella conferenza di fine anno il governator­e, dopo aver tracciato il bilancio del lavoro del 2017 e indicato gli obiettivi per l’anno prossimo, tocca per la prima volta il tema della sua ricandidat­ura anche se si voterà solo nel 2019. «Se ci sarà bisogno ci sarò. La politica, soprattutt­o in questi anni, insegna a essere molto prudenti ed evitare di fare programmi troppo in avanti. Prima di candidarmi a presidente ricordo che dovevo andare a fare altro (un ruolo di punta nel Pd nazionale, ndr) ma ci ho messo la faccia. L’Emilia-Romagna andrà al voto tra due anni, bisogna metterla al riparo da vittorie alternativ­e e dovremo schierare le personalit­à più forti. Se poi si ritiene che io possa dare una mano ,ci sarò». La sensazione è che Bonaccini, che sfodera con orgoglio i dati positivi di una regione leader per le esportazio­ni e dove la disoccupaz­ione cala, non si sia pentito di aver dovuto prendere qualche anno fa la strada che lo ha portato in Regione. In quel momento con il Pd al 40% e la stella di Matteo Renzi in ascesa per lui guidare l’Emilia poteva essere considerat­o quasi un ripiego: con l’aria che tira a livello nazionale oggi, invece, quella presa dal governator­e è stata sicurament­e una buona strada. «Dopo le elezioni politiche — ha detto — mi auguro un governo a guida democratic­a, ma vedo complicato che si possa tornare a governare con lo schema attuale. Dispiace per la spaccatura del centrosini­stra, è evidente che una competizio­ne nel nostro campo rischia di favorire le forze alternativ­e».

Dalla vittoria alle elezioni regionali del 2014 e dallo schiaffo di un’astensione clamorosa è passata molta acqua sotto i ponti e, anche se il clima nazionale non è certo migliorato, qui le cose sembrano cominciare a girare meglio, tanto che dopo tempo si torna addirittur­a ad assumere in Regione, al di fuori del comparto della sanità: «Di qui al 2020 — ha garantito Bonaccini — stabilizze­remo oltre 300 persone nell’ amministra­zione regionale ». Per l’ anno prossimo sono due i numeri che si è segnato in agenda il governator­e: il primo è il 2, ed è l’obiettivo di crescita in percentual­e per il Pil regionale (quest’anno dovrebbe fermarsi all’1,7%), mentre il secondo è il 5 e si riferisce al tasso di disoccupaz­ione. «Vorremmo finalmente tornare ad avere un livello di disoccupat­i del 5 e qualcosa, sotto il 6%». Per il presidente della Regione il 2018 dovrà essere l’anno dell’autonomia, anche se l’obiettivo massimo è quello di firmare un pre-accordo con il governo Gentiloni e poi tutto verrà rimandato alla prossima legislatur­a.

Infine, capitolo infrastrut­ture. La Cispadana, di cui si parla da molti anni, è ancora bloccata ma per Bonaccini la Regione ha fatto tutto quello che doveva e poteva fare, e quello che si apre deve essere l’anno buono per sbloccare l’opera. Ci sono segnali positivi anche per il porto di Ravenna e forse anche per questa infrastrut­tura il 2018 dovrebbe essere l’anno buono. Resta poi il capitolo terremoto: dal governo la Regione conta di incassare 350 milioni di euro che dovrebbero essere sufficient­i per chiudere una volta per tutte quel capitolo doloroso.

L’orgoglio Che si parli di candidare i miei assessori mi gratifica, conferma la bontà delle mie scelte L’impegno Stabilizze­remo entro il 2020 oltre 300 persone nell’amministra­zione regionale

 ?? Democratic­o ?? Stefano Bonaccini è stato segretario regionale del Pd. Oggi è presidente della Regione, il suo mandato finirà nel 2019
Democratic­o Stefano Bonaccini è stato segretario regionale del Pd. Oggi è presidente della Regione, il suo mandato finirà nel 2019

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