Corriere di Bologna

Lasagna segna, la sconfitta è indigesta

Il Bologna perde 2-1 con l’Udinese in casa. Destro: «Non mi hanno dato un rigore»

- Beneforti, Mossini, Pellerano

Una volta bene e godi e una volta male e ti deprimi, il Bologna è questo, prendere o lasciare. Vorremmo lasciare, ma siamo costretti a prendere. E se Joey Saputo si diverte anche così, beato lui, noi ci divertiamo poco.

Ora, è vero che il Bologna non avrebbe meritato di perderla questa partita, ma ancora una volta ci ha messo tanto del suo, perché dopo il vantaggio fortunoso di Verdi (su deviazione di Danilo) ecco che ha lasciato solo in area Widmer, che di testa ha firmato l’1-1.

Eppure il cross di Adnan era di facile lettura. Perché Masina si è accentrato, come spesso è accaduto altre volte in passato in certe situazioni? Glielo chiede Donadoni di farlo o è Masina che fa di testa sua? Di sicuro un concorso di colpa ce l’ha anche l’esterno alto, in questo caso Di Francesco, ma non essendo la prima volta è il caso che Donadoni lavori meglio su questo tipo di giocata.

Certo, il gol di Lasagna che alla fine della fiera ha regalato la vittoria all’Udinese è stato da applausi, ma l’Udinese dentro la partita l’ha rimessa colpevolme­nte il Bologna, che poi non è stato capace di riagguanta­rla. Nonostante un Destro più che costruttiv­o. Perché Palacio che in tante partite aveva fatto la differenza non è al massimo, avendo alle spalle un guaio fisico. Perché Falletti non è a oggi un giocatore da serie A.

Perché quando il Bologna deve fare la partita e non giocare addosso agli altri fa fatica, mancandogl­i anche una buona costruzion­e bassa. E perché l’Udinese ha saputo fare densità attorno al pallone ed è stata brava dietro e nelle ripartenze, dopo aver sofferto di più nella prima parte negli spazi più ampi.

Comunque, il peccato originale è sempre lo stesso, il gol preso sul palo lungo ed è inconcepib­ile che Donadoni non abbia ancora trovato la quadratura del cerchio su questa situazione di gioco. Perché delle due l’una, o la spiega male lui o la sua squadra non lo ascolta.

Se ora ci mettiamo qua a dire che il Bologna ha perso una nuova grande occasione per svoltare o che ha di nuovo fallito l’esame che conta buttiamo via del tempo, la verità è che è e probabilme­nte rimarrà una squadra in mezzo al guado, incapace di regalarti due gioie di fila e soprattutt­o di costruire anche un campionato da fascia sinistra bassa della classifica. Per un motivo su tutti: non ha soprattutt­o la struttura per vivere un’annata più significat­iva. Soprattutt­o sì, perché lo stesso Donadoni ha inevitabil­mente qualche colpa, alla luce del fatto che questo suo Bologna così poco continuo non cresce mai né sul piano dell’organizzaz­ione né su quello della mentalità.

Chiusi male il 2017 e il girone d’andata, la speranza è che il Bologna sappia cominciare il 2018 e il ritorno bene, facendo risultato a Torino contro il Toro. E non solo perché sarebbe la volta della partita pari. Poi comincerà il balletto del mercato, soprattutt­o su Verdi. Dopo aver detto che venderlo a gennaio sarebbe da Bologna piccolo piccolo, aggiungiam­o questo: Verdi venduto a luglio a cifre importanti può anche essere legittimo, ma a quel punto sarà altrettant­o importante comprare al suo posto giocatori veri e non mezzi giocatori.

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Atterrato Mattia Destro si è fatto valere anche nella partita di ieri

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