Corriere di Bologna

BOLOGNA E LE AUTONOMIE VITALI CHE SORREGGONO L’AUTOSTIMA

-

Con la fine dell’anno si fanno oroscopi, previsioni e soprattutt­o bilanci, rendiconti, collezione dei personaggi che si sono messi più in vista, nel bene e nel male. Anch’io ho tirato le somme del 2017, che non è stato granché, ma mi consolo pensando quanto è facile capire come a molti sia andata peggio, tale e tante sono state le disgrazie e i problemi che rovinano il mondo. Mi piacerebbe sapere cosa pensa lei del suo bilancio personale e di quello della nostra Bologna. Dante Poli, BOLOGNA

Caro Poli,

prima di tutto, penso che il mio bilancio personale non interessi il prossimo. Quindi non entro nei dettagli. In generale, sintetizzo così: non amo le lamentele, ogni mattina mi sveglio di buon umore e quando arrivano i problemi, che non mancano mai come per tutti, cerco di risolverli senza subirli come una maledizion­e. Sono il peso del vivere. La cosa importante è non sentirsi il bersaglio di colpi esiziali. Consiglio di guardare agli altri con empatia: è il modo per riuscire a sopportare meglio se stessi. Non sempre «la vita è una figata», tuttavia è meglio esagerare con l’ottimismo che con il pessimismo. Chiudo l’argomento dicendo che anche se il mio 2018 dovesse andare un po’ peggio del precedente, non mi lamenterei. Mettiamola in questo modo: chi si accontenta gode. Purtroppo vedo che non ci si accontenta quasi mai.

Ora passo alla seconda domanda: il bilancio di Bologna 2017. Ricorro a una similitudi­ne calcistica. Non abbiamo vinto lo scudetto, ma siamo in Europa. L’immagine mi sembra efficace. Bologna non è come la Juve nel calcio, però gioca su livelli europei. Con una qualità della vita migliore della qualità della politica. Purtroppo le cronache non esaltanti provenient­i dai palazzi del potere fanno velo al molto che passa nella società. Per questo l’ormai famosa percezione è distorta. La chiamiamo in causa per cercare di attenuare i malumori da insicurezz­a, ma vale anche in senso contrario: non ci fa apprezzare tutto il bello del vivere alla bolognese. Le voci che ci richiamano alla corretta visione vengono da chi arriva fra noi da altre città. In sostanza ci invidiano. Ci sarà una ragione se importanti gruppi esteri scelgono di investire sotto le Due Torri. La ragione si chiama saper fare i confronti. Per crescere nell’autostima, consiglier­ei ai miei concittadi­ni insoddisfa­tti di guardare più al mondo e meno a Palazzo d’Accursio. Ormai è lontana la stagione nella quale la politica proponeva un esempio nazionale, per la capacità coesa di spingere verso il futuro. Oggi sono le molte autonomie vitali che abitano la città a poter migliorare chi sta nella stanza dei bottoni. Non viceversa.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy