Corriere di Bologna

«Petruska» di Sieni, tra marionette e simbolismi

Il principale coreografo italiano porterà a febbraio al Comunale il lavoro di Stravinsky

- Ma. Ma. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nel 2018 torneranno le grandi creazioni di danza sul palcosceni­co del teatro Comunale. Il 15 febbraio il maggior coreografo italiano, Virgilio Sieni, per quattro anni direttore della Biennale Danza di Venezia, presenterà una nuova versione del famoso balletto Petruska di Igor Stravinski­j (1911), con la direzione musicale di Fabrizio Ventura. «Proprio in questi giorni — ci anticipa il coreografo — ospito nel mio teatro di Firenze lo spettacolo che faccio con Mimmo Cuticchio, maestro nelle arti dei pupi, che fa parte di un lungo progetto palermitan­o. La ricerca tra danza e marionetta esplora un’idea di anima, di corpo non meccanico, capace di attrarre. La visione dell’azione del pupo, della figura, fa apparire i gesti nascosti, non usuali, guidati da un’anima segreta».

Petruska è storia di marionette, tra fiera e simbolismo. Ispirata al Baraccone dei saltimbanc­hi di Blok, fa vorticare gli amori del povero rifiutato burattino per una Ballerina invaghita di un prepotente Moro, nel teatrino di un Ciarlatano.

Continua Sieni: «La mia non sarà una visione canonica, con i tre personaggi più il Ciarlatano. Petruska avrà più anime, con continui sfasamenti. Apparirann­o in scena tribù di personaggi che cercano di organizzar­e un linguaggio, famiglie di Petruska compresent­i che agiranno dislessie, divergenze, in dimensioni ottiche che non riescono a mettere a fuoco una visione sola».

I costumi saranno colorati in toni pastello, con sovrapposi­zioni cubistiche, se si può a questo stadio dei lavori prestare fede a un bozzetto esposto in un’installazi­one a Palermo, durante una delle tappe del progetto con Cuticchio. Sieni conclude questa anticipazi­one citando una frase dai quaderni di Paul Valéry: «Emerge oltre alla conoscenza dell’uomo scientific­o e organico un altro uomo che non conosciamo e non conoscerem­o mai». Aggiunge che la serata sarà completata da una creazione su Chukrum di Gia- cinto Scelsi (1963).

Il coreografo il 7 marzo, poi, presenterà all’Arena del Sole un altro titolo, dal repertorio recente della sua compagnia. È uno dei più begli spettacoli di danza visti negli ultimi anni, “Il cantico dei cantici”, creato al Festival Aperto di Reggio Emilia nel 2016. Corpi su un tappeto di lamine d’oro che rimanda alla pittura sacra: desiderio e fuga, polverizza­zione, moltiplica­zione pulviscola­re del gesto, del movimento, squarciame­nto, rivelazion­e, ricomposiz­ione.

Un capolavoro che scruta archeologi­camente i corpi, la loro materia articolare, per aprire fessure di creazione di mondi.

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