In marcia per la pace: si inizia dall’accoglienza
Zuppi con Prodi e i rappresentanti delle comunità religiose. «La chiesa non resti neutrale»
Accompagnato dai colori dell’arcobaleno delle tante bandiere che sventolavano in corteo e circondato da bambini festanti, l’arcivescovo Matteo Zuppi ha partecipato alla marcia della Pace ricordando alla partenza in piazza VIII Agosto che «la pace comincia con l’accoglienza». Attingendo dal pensiero di Papa Francesco, Zuppi ha proseguito facendo presente che «l’accoglienza può disarmare le mani di tanti e preparare a un mondo migliore». A sfilare su via Indipendenza circa 1.500 persone. «Bologna è sempre in prima fila sui diritti umani» commentava l’assessore Matteo Lepore, con fascia tricolore, anche lui in marcia. In piazza del Nettuno ha ripreso la parola Zuppi, dopo che gli altoparlanti avevano diffuso un estratto dell’omelia del Cardinale Giacomo Lercaro contro la guerra in Vietnam, che gli costò la rimozione: «La Chiesa non può essere neutrale, nessuno può esserlo, sarà sempre dalla parte delle vittime e della pace». Zuppi ha citato anche un testo diversamente sacro. «Sono trascorsi 70 anni dalla promulgazione della Costituzione. E uno dei suoi articoli più belli, l’undicesimo, dice che “l’Italia ripudia la guerra”: è un’eredità che non dobbiamo smarrire». Con lui, davanti alla statua del Giambologna, hanno preso la parola altri rappresentanti delle comunità religiose bolognesi, tra cui Yassine Laframe, coordinatore di quella islamica. «Bologna dimostra di essere una città che fa delle diversità una risorsa, siamo qui per camminare assieme: gli imprenditori della paura, i signori della morte non perdono tempo per realizzare il loro progetto di distruzione e noi abbiamo il dovere di portare la pace del mondo». Daniele De Paz della Comunità ebraica conclude che «la pace è monito per portare avanti la crescita della nostra società». L’eco delle loro parole, si sente anche in Cattedrale, nell’omelia per la solennità di Santa Maria Madre di Dio. Nel precedente «Te Deum» di fine anno, Zuppi anche esortato tutti a cercare il bene «per contrastare la rassegnazione al degrado ambientale ed etico e per rendere Bologna ancora più bella, crocevia di attese, capace di dare futuro a chi lo cerca».