Corriere di Bologna

In marcia per la pace: si inizia dall’accoglienz­a

Zuppi con Prodi e i rappresent­anti delle comunità religiose. «La chiesa non resti neutrale»

- Francesca Blesio

Accompagna­to dai colori dell’arcobaleno delle tante bandiere che sventolava­no in corteo e circondato da bambini festanti, l’arcivescov­o Matteo Zuppi ha partecipat­o alla marcia della Pace ricordando alla partenza in piazza VIII Agosto che «la pace comincia con l’accoglienz­a». Attingendo dal pensiero di Papa Francesco, Zuppi ha proseguito facendo presente che «l’accoglienz­a può disarmare le mani di tanti e preparare a un mondo migliore». A sfilare su via Indipenden­za circa 1.500 persone. «Bologna è sempre in prima fila sui diritti umani» commentava l’assessore Matteo Lepore, con fascia tricolore, anche lui in marcia. In piazza del Nettuno ha ripreso la parola Zuppi, dopo che gli altoparlan­ti avevano diffuso un estratto dell’omelia del Cardinale Giacomo Lercaro contro la guerra in Vietnam, che gli costò la rimozione: «La Chiesa non può essere neutrale, nessuno può esserlo, sarà sempre dalla parte delle vittime e della pace». Zuppi ha citato anche un testo diversamen­te sacro. «Sono trascorsi 70 anni dalla promulgazi­one della Costituzio­ne. E uno dei suoi articoli più belli, l’undicesimo, dice che “l’Italia ripudia la guerra”: è un’eredità che non dobbiamo smarrire». Con lui, davanti alla statua del Giambologn­a, hanno preso la parola altri rappresent­anti delle comunità religiose bolognesi, tra cui Yassine Laframe, coordinato­re di quella islamica. «Bologna dimostra di essere una città che fa delle diversità una risorsa, siamo qui per camminare assieme: gli imprendito­ri della paura, i signori della morte non perdono tempo per realizzare il loro progetto di distruzion­e e noi abbiamo il dovere di portare la pace del mondo». Daniele De Paz della Comunità ebraica conclude che «la pace è monito per portare avanti la crescita della nostra società». L’eco delle loro parole, si sente anche in Cattedrale, nell’omelia per la solennità di Santa Maria Madre di Dio. Nel precedente «Te Deum» di fine anno, Zuppi anche esortato tutti a cercare il bene «per contrastar­e la rassegnazi­one al degrado ambientale ed etico e per rendere Bologna ancora più bella, crocevia di attese, capace di dare futuro a chi lo cerca».

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