Corriere di Bologna

Tutti i pagherò dei Comuni Il record negativo è 9 mesi

Molti faticano a onorare i debiti in tempo, non mancano i virtuosi. L’esperto: servono gestioni associate

- di Monterenzi­o, il terzo. «La soglia di attenzione comincia sopra i 120 giorni, sopra i 200 diventa molto», spiega Padovani. A metterci almeno quattro mesi sono 16 Comuni: il Riccardo Rimondi

Il più veloce a pagare è Galliera, che paga le spese cor- renti in 32,85 giorni. Il più lento è Vergato, che ce ne mette 284,7. Ma generalmen­te, la situazione dei municipi bolognesi è buona. Sono i numeri che emergono dai bilanci delle amministra­zioni comunali della provincia.

C’è chi paga a distanza di un mese, come Galliera, e chi, invece, ce ne mette nove, come Vergato. Chi ha dimezzato i tempi rispetto a qualche anno fa e chi li ha raddoppiat­i. È il ritratto che emerge dai tempi di pagamento dei Comuni della provincia. Un quadro a molte tinte, non eccessivam­ente fosche. Ma le difficoltà non mancano. I dati trattano la spesa corrente, che le amministra­zioni sostengono per pagare personale, servizi, beni di consumo e per i trasferime­nti ad altri enti e partecipat­e. Non la spesa per investimen­ti, più volatile.

Le elaborazio­ni partono dalla banca dati Aida Pa, la società belga di informazio­ni finanziari­e Bureau van Dijk, che usa i dati del ministero dell’Interno sui bilanci comunali più recenti (2016). Per ogni bilancio si calcolano i residui passivi sulla spesa corrente e si moltiplica per 365. Non è il metodo classico per la Pa. Ma per il professore dell’Alma Mater Emanuele Padovani, che ha curato l’elaborazio­ne, è il più valido: «Questo viene utilizzato nell’analisi di bilancio delle imprese. I dati sulla tempestivi­tà dei pagamenti sui siti dei Comuni consideran­o le sole fatture». La nostra provincia non se la passa male. La mediana dei tempi di pagamento è a 94,90 giorni, come quella italiana e poco sopra quella dell’EmiliaRoma­gna. Da noi il migliorame­nto rispetto agli anni scorsi è stato più contenuto che nel resto del Paese, perché si partiva da livelli migliori.

Il miglior pagatore è il Comune di Galliera: salda i debiti in 32,85 giorni, quattro in meno di quelli che ci mette Zola Predosa (36,5) e 15 in meno di Valsamoggi­a (47,45). Imola è il quarto più veloce a saldare (51,1 giorni), Bologna è il nono miglior Comune (65,7). Scorrendo la classifica dal fondo, il fanalino di coda è Vergato: 284,7 giorni, 44 in più rispetto a Sala Bolognese che è il secondo peggior debitore della provincia e 51 in più 29% dei 55 che compongono la Città metropolit­ana. Sopra i 200 giorni vanno in quattro: oltre a Sala Bolognese e Vergato, anche Sasso Marconi (204,4 giorni) e Monterenzi­o (233,6). Ci sono tre elementi che mettono in difficoltà le amministra­zioni, secondo Padovani: «Ci possono essere problemi a incassare, oppure ci sono Comuni che hanno un bilancio troppo oneroso perché vivono al di sopra delle proprie possibilit­à. E poi c’è chi soffre la mancanza di personale».

Ostacoli che vanno ad aumentare i tempi, creando così altri problemi e ulteriori costi: «I tempi di pagamento danno indicazion­e al fornitore sulla capacità di pagare — rileva il professore —. E in caso di tempi alti il fornitore può far pagare, all’interno della fattura, anche un costo sommerso». Insomma, un tempo di pagamento alto non è un problema solo per le imprese ma lo diventa pure per gli stessi Comuni, anche prima che la Corte dei conti dichiari il dissesto. Non è semplice uscire da questa spirale: non a caso, tra chi paga sopra i 200 giorni, tutti hanno peggiorato la propria performanc­e rispetto al 2012. E tra i 16 peggiori pagatori (cioè chi ci mette più di 120 giorni), solo in quattro sono diventati più rapidi. Secondo Padovani, servono le fusioni. Ma non solo: «Per alcuni servizi, come personale, ragioneria, ufficio tecnico, si potrebbe lavorare a una gestione associata tra gruppi di Comuni». Invertire la rotta non è impossibil­e. Molinella ha dimezzato i tempi e ora paga a 62 giorni, meglio di Bologna. Pieve di Cento adesso paga a 80 giorni, ma nel 2012 ce ne metteva 251,85. Il peggiore, quell’anno, era Fontanelic­e: 306 giorni. Nel 2016 sono diventati 160,6. Tra chi è peggiorato c’è Medicina, che è passata da 83,95 a 175,2 giorni.

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