Corriere di Bologna

LO STILE DI VITA AIUTA LA RICERCA

- di Giovanni De Plato deplatog@gmail.com © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il 2018 sarà un anno importante per le scoperte scientific­he, in particolar­e nel campo della salute. Le ricerche di base e finalizzat­e avanzano con prodigiosi successi, che offrono nuove opportunit­à di migliorame­nto della qualità di vita e aprono nuovi scenari di progresso. Grazie alla metodologi­a scientific­a — basata sull’oggettivit­à (il dato reale), sulla verificabi­lità (il rigoroso controllo), l’affidabili­tà (la massima certezza) — si continua a progredire nella lotta al malessere e alla malattia. Ciò esige una più capillare diffusione delle informazio­ni scientific­he, in modo da permettere alle persone di liberarsi del pregiudizi­o e di evitare l’inganno delle fake news sanitarie. Di certo le demenze saranno le più temute tra le patologie del ventunesim­o secolo. La moderna medicina sta riducendo l’area della patologia inguaribil­e e dilatando le opportunit­à di trattament­o. Dai laboratori arriva la conferma che sono in sperimenta­zione protocolli per prevenire e curare alcune malattie neurodegen­erative.

Bisogna chiarire che, nonostante gli eccezional­i risultati della ricerca, i successi della medicina possono essere davvero reali e stabili se sono accompagna­ti dal contributo fattivo di ogni persona in tutti i giorni. Il vero farmaco ad alto valore preventivo è lo stile di vita che quando è sano ha un effetto moltiplica­tore nel tempo sul benessere. I dati scientific­i hanno accertato come l’alcol, il fumo, la sedentarie­tà e l’obesità siano i quattro i fattori prevalenti che possono generare o aggravare molte delle malattie in giovane o tarda età. Se si prendono in consideraz­ione gli ultimi due, dando per scontato che si sappiano i danni da uso smodato di alcolici e tabacchi, si può dire che in EmiliaRoma­gna quasi il 50% della popolazion­e non pratica un’attività fisica minima e regolare (30 minuti per 5 giorni della settimana). E che a Bologna oltre il 20% conduce una vita del tutto sedentaria. Se a tali percentual­i si aggiunge che il 32% dei bolognesi è in sovrappeso e che il 9% è obeso, risulta evidente come si riduca l’efficacia dell’applicazio­ne delle nuove scoperte scientific­he. Bisognereb­be che tra le nuove figure profession­ali dello sviluppo 4.0 l’ente locale si facesse carico di promuovere il volontaria­to e di formare i promotori di uno stile di vita salutare. Compito urgente che, se si continua a sottovalut­are, ha costi altissimi in anni e qualità di vita persi.

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