Dopo il Nettuno, missione Baraccano
L’Asp, proprietaria del santuario del Baraccano, chiuso al pubblico dal 2012 in seguito ai danni del sisma, vuole ristrutturare la chiesa come è stato fatto con il Nettuno.
Case condivise Il cohousing per disabili sorgerà in via Barozzi, alle spalle del piazzale est della stazione Nuove vendite L’Asp intende cedere una parte del Palazzo dell’istituto materno in via Don Minzoni
Un investimento da 11,5 milioni per realizzare 95 appartamenti «protetti» per anziani (35 dei quali nell’ex convento di Santa Marta in Strada Maggiore), a breve l’inaugurazione di un nuovo cohousing in via Barozzi 7 dedicato ai disabili, e il progetto ambizioso, lanciato dall’assessore al Welfare, Giuliano Barigazzi, di restituire al più presto alla città il santuario di Santa Maria del Baraccano, aperto per pochi eventi l’anno dopo i danni riportati nel sisma del 2012.
L’imponente patrimonio immobiliare dell’Asp Città di Bologna è al centro non solo di un recupero dettato dai motivi di bilancio, ma anche dall’ambizione di poter replicare il percorso che ha ridato splendore alla fontana del Nettuno. A offrire il parallelismo tra il Gigante e il desiderio di vedere nuovamente aperto il Baraccano a bolognesi e turisti è stato Barigazzi: «Penso che sarebbe importante per la città recuperare questo simbolo, come avvenuto per il Nettuno. Ho intenzione di parlane con gli assessori competenti e la Soprintendenza, per iniziare a pensare come raggiungere l’obiettivo. Anche perché a quel complesso architettonico è collegata anche una parte importante delle mura storiche». Il santuario, nato nei primi anni del 400, secondo l’amministratore unico di Asp, Gianluca Borghi, «non è inagibile, ma è necessaria la massima cautela quando si va dentro, insomma non interventi imponenti».
Il 2018 potrebbe essere l’anno di svolta per un altro complesso architettonico, ovvero Santa Marta, in passato finito anche al centro di occupazioni. «Entro fine mese sarà pubblicato il bando per i lavori, dal valore di 6,6 milioni — spiega Borghi —. L’aggiudicazione è stata prevista dopo l’estate e con la partenza dei cantieri speriamo di poterlo inaugurare nel 2019. Nel frattempo l’associazione che ha riaperto il giardino potrà continuare a svolgere le sue attività, forse anche in fase di cantiere». Come detto, lì saranno realizzati 35 alloggi dedicati agli anziani con difficoltà economiche, e ai quali si aggiungeranno altri 60 appartamenti divisi tra le altre strutture di Asp: Giovanni XXIII, Madre Teresa di Calcutta, Saliceto. «In questo modo andremo a raddoppiare la nostra disponibilità, attualmente composta da 102 alloggi — sottolinea Borghi —. Si tratta quindi di un investimento molto importante, ma sempre fatto pensando all’equilibrio con il quale potrà essere sostenuto». In via Barozzi, dietro al piazzale est della stazione, ci sarà invece la seconda esperienza di cohousing promossa da Asp. «Dopo via del Porto 15, focalizzato sull’aiuto alla casa per la fascia under 35 avremo una nuova esperienza pensata per i disabili — commenta Borghi —. Il taglio del nastro sarà a breve, e si tratti di una decina di appartamenti con altri spazi comuni che avranno lo scopo di aiutare l’autonomia abitativa dei disabili». Sempre nell’ambito della valorizzazione del patrimonio immobiliare, Asp ha voluto comunicare i dati registrati nel 2017 dalla Quadreria di Palazzo Rossi Poggi Marsili in via Marsala 7: le 9 sale con 60 opere sono state attraversate da 5685 visitatori in 301 giorni d’apertura, con l’organizzazione di sette eventi temporanei. In merito alle alienazioni immobiliari, Borghi ha tracciato gli obiettivi del 2018: «Per quanto riguarda i terreni non abbiamo intenzione di vendere. Sul fronte degli edifici confermiamo la vendita di una parte del Palazzo dell’istituto materno tra le vie Don Minzoni, Fratelli Rosselli e Porto».