Corriere di Bologna

Ambulanze e polemiche, l’orgoglio degli infermieri nel gruppo #noisiamopr­onti

- M. Ama. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Tutto è nato nel 2015 quando l’Ordine dei medici di Bologna decide di sospendere alcuni dirigenti del 118 per aver delegato agli infermieri atti medici a bordo delle ambulanze senza la presenza del dottore. È allora che è montata la protesta degli infermieri. Uno di loro, Pietro Giurdanell­a, comincia a postare messaggi su Facebook e una collega crea l’hashtag #noisiamopr­onti.

Arrivano centinaia di «mi piace», altri infermieri si fanno fotografar­e con il cartello #noisiamopr­onti, il contagio social dà i suoi frutti e il movimento dal basso diventa sempre più forte. Oggi è un’associazio­ne, guidata da Antonio Torella, e ora che il decreto Lorenzin trasforma il Collegio degli infermieri in Ordine delle profession­i mediche «Noi siamo pronti» ha messo a punto una piattaform­a di richieste da presentare al governo che ha raccolto oltre 50 mila adesioni in pochi giorni. «L’associazio­ne ha scritto all’Aran e ai sindacati che siedono al tavolo della contrattaz­ione chiedendo che, dopo 20 anni di studio, ci sia il riconoscim­ento di queste competenze nel contratto di lavoro, come già accade per le altre profession­i», spiega Giurdanell­a, 43 anni, coordinato­re infermieri­stico delle due dialisi del Sant’Orsola, da quasi 25 anni in forza al policlinic­o e ora presidente del Collegio degli infermieri di Bologna, che presto, appena la legge Lorenzin sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, diventa l’Ordine degli infermieri. «Vogliamo il riconoscim­ento economico e contrattua­le delle competenze specialist­iche degli infermieri, la valorizzaz­ione della formazione in orario di lavoro e la ridefinizi­one della disciplina della “esclusivit­à di rapporto” e del regime di libera profession­e». Idee chiare da chi a Bologna ha dovuto difendere la propria profession­alità non è sufficient­e, per l’Ordine dei medici, per compiere alcuni atti, come la somministr­azione di una terapia, su un’ambulanza senza il medico a bordo. Un vero e proprio attacco, fu percepito dagli infermieri che si ritrovaron­o nel novembre del 2015 proprio sotto il Nettuno per il primo #noisiamopr­ontiDay, poi replicato a Frosinone e, nel giugno scorso, a Napoli.

Dopo la prima fase, incentrata sui problemi dei protocolli infermieri­stici del 118 in Emilia Romagna, il movimento ha allargato la visione, mettendo al centro il tema delle competenze. Se un infermiere del 118 non può fare certe manovre, allora tanti altri contesti in cui opera venivano messi in dubbio. Il movimento è quindi confluito in un gruppo Facebook che conta oggi oltre 30 mila iscritti. Con un imperativo: dare evidenza e sostegno ai tanti ruoli ed alle tante competenze sviluppate dagli infermieri nei vari contesti assistenzi­ali. L’ultima battaglia è stata quella condotta a sostegno del decreto Lorenzin, una legge attesa da dieci anni, approvata tre giorni prima di Natale e che istituisce l’Ordine delle profession­i infermieri­stiche.

Davanti al Parlamento con gli striscioni o in giro a raccoglier­e le firme c’erano i volontari di #noisiamopr­onti. E c’era sempre lui, in prima fila, l’infermiere Giurdanell­a che oggi canta vittoria e si rallegra per i successi ottenuti, ma al tempo stesso è pronto alla battaglia per il rinnovo contrattua­le. «Tutto grazie a un movimento nato dal basso che ha dato forza a noi infermieri», conclude.

Giurdanell­a Chiediamo che siano riconosciu­te le nostre competenze dopo 20 anni di studio, tanto più ora che abbiamo l’Ordine

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