CITTÀ UTOPICHE ROSIGNANO SOLVAY
Un agglomerato urbano diventato paese, costruito dal celebre industriale all’inzio del 900 in un piccolo tratto di costa toscana. L’esperimento diventò un’operazione ambiziosa anche dal punto di vista urbanistico e architettonico Raccontato ora in «La fab
Erano i primi del 900 quando l’inventore e industriale belga Ernest Solvay, noto per la realizzazione del processo per la produzione del sodio bicarbonato che prese il suo nome, prese a interessarsi a un piccolo tratto di costa in Toscana, a 25 chilometri da Livorno. La presenza delle materie prime necessarie alla fabbricazione della soda lo portarono a costruire un grande stabilimento, che modificò la storia successiva di quelle zone. Solvay, che fu anche ministro del governo belga, decise infatti di mettere in atto un’operazione ambiziosa, non solo industriale ma anche urbanistica e architettonica. Ne venne fuori un’incredibile company town, vale a dire una cittadina pensata per i bisogni dell’azienda ma allo stesso tempo particolarmente ricettiva verso i bisogni di una comunità formata dai lavoratori Solvay e dalle loro famiglie. Un legame talmente forte che quello che inizialmente era solo un agglomerato urbano nel 1917 si trasformò in Rosignano Solvay. Un secolo dopo l’azienda belga vi continua a produrre prodotti chimici di base come carbonato di sodio, bicarbonato, acqua ossigenata, cloruro di calcio e cloro. Con anche, però, una scia di polemiche da parte di gruppi ambientalisti a proposito della bianca spiaggia del paese, un paradiso tropicale di fronte al complesso industriale, che per i più critici sarebbe il risultato dell’accumulo di scarti di sostanze chimiche tossiche come il mercurio, l’arsenico, il cadmio, il cromo, il piombo e l’ammoniaca, particolarmente dannosi. A raccontare la storia del paese, soprattutto da una prospettiva urbanistica e sociale, è il film documentario Rosignano Solvay. La fabbrica che si fece giardino, che verrà proiettato oggi alle 18,30, ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria allo 051/6474345, al Mast di via Speranza 42, introdotto dai due registi Gabriele Veronesi e Federico La Piccirella.
Il film racconta Rosignano Solvay avvalendosi di interviste a esperti e a chi il paese lo vive tutti i giorni, magari dopo aver lavorato per anni nella fabbrica. «Il film — osservano