Esplode lo skate elettrico Rogo in casa, due indagati
Skate elettrico sotto accusa. Un ferito, indagati venditore e produttore
L’incendio che l’11 ottobre scorso ha distrutto un appartamento di piazza Azzarita e causato ustioni alle mani al proprietario di casa è partito dall’overboard messo in carica. Lo ha stabilito la consulenza affidata dalla Procura di Bologna. Ragionevolmente, scrive l’ingegnere incaricato, le fiamme sono divampate a causa di un difetto delle batterie al litio o del caricabatterie.
Il pm Nicola Scalabrini ha aperto un fascicolo per incendio colposo e iscritto i legali rappresentanti di Unieuro, dove lo skate elettrico era stato acquistato, e della casa produttrice, un’azienda del Varesotto.
L’oggetto del desiderio si è trasformato in un inferno di fuoco. L’11 ottobre scorso un incendio ha distrutto un appartamento in piazza Azzarita, un 45enne è rimasto ustionato, ma le conseguenze potevano essere tragiche. Perché, come ha stabilito il consulente del pm Nicola Scalabrini, le fiamme sarebbero partite da un overboard, l’oggetto di culto tra i teenager, quella sorta di skatebord elettrico sempre più in voga sulle nostre strade. La Procura ha indagato per incendio colposo i legali rappresentanti di Unieuro, che ha venduto il prodotto, e della X-Joy srl, l’azienda produttrice con sede legale a Varese, oltre a un elettricista del condominio.
Quel pomeriggio lo skate era sotto carica per la prima volta: era stato appena acquistato, al prezzo di 194 euro da Unieuro. I genitori volevano farlo trovare già carico al figlio di dieci anni al suo rientro: doveva essere il suo regalo di compleanno. E invece il bambino, col senno di poi si può dire fortunatamente, il suo regalo non l’ha mai avuto. «Ho sentito un forte boato provenire dalla stanza da letto — ha raccontato il papà nella denuncia —, ho visto una colonna di fiamme provenire dall’angolo destro della stanza», dove l’overboard era attaccato alla presa. In un attimo le fiamme hanno divorato il letto e l’uomo, nel tentativo di sedarle, ha riportato ustioni di primo e secondo grado alle mani e una lieve intossicazione. L’appartamento è andato distrutto, i danni sono ingenti.
L’ingegner Roberto Zanarini, consulente del pm, ha esaminato sia l’impianto elettrico che i resti dell’overboard e ha stabilito che «è ragionevolmente stato causa dell’incendio a seguito di una batteria agli ioni litio difettosa o del caricabatterie». Il consulente ha escluso anche che le fiamme possano essere divampate dall’impianto elettrico, che non era di ultima generazione ma comunque «le protezioni magnetotermiche differenziali sarebbero state idonee a proteggerlo», e in più le scatole che contengono le prese non si sono totalmente carbonizzate. Poiché il rischio di incendio ed esplosione delle batterie al litio è nota, anche se sul libretto d’istruzioni del modello sotto accusa non se ne fa parola, e visto che le prove su altri due esemplari dello stesso distributore non hanno dato problemi, il consulente ipotizza la difettosità di quell’overboard e la probabile esplosione delle batterie. Sarebbe il primo caso in Italia.
Una conclusione che potrebbe aprire la strada a risarcimenti sia da parte di Unieuro, che ha sospeso la vendita del marchio, che della X-Joy srl. L’avvocato dell’azienda Federico Bonzi annuncia battaglia: «I nostri consulenti depositeranno osservazioni, è ancora azzardato dire che le fiamme siano partite dall’overboard, visto che l’impianto elettrico non era a regola d’arte. Resta poi da stabilire se non si fosse danneggiato cadendo o che il caricabatterie fosse originale. Comunque il giocattolo è prodotto in Cina». Il legale di Unieuro invece, Simone Sabattini, osserva: «Quel prodotto non ha mai dato problemi, nel 2017 Unieuro ne ha venduti 50.000. Ci aspettiamo un’archiviazione in sede penale. Nel civile, come stabilisce la legge, se ci sarà da pagare un risarcimento pagheremo, rifacendoci poi sul produttore». «Quel che è certo — osserva la moglie del 45enne, parte lesa — è che a noi ha distrutto la casa, siamo fuori da 3 mesi senza sapere quando potremo anche solo pensare di rientrarci e per fortuna mio figlio era fuori quando è esploso. Altrettanto certo è che sono stati verificati solo altri 2 esemplari oltre quello che avevamo comprato, nella somma, quindi, 1 su 3 è esploso».