LA MUSICA DILAGA UNA MAPPATURA E PIÙ LABORATORI
L’Ufficio scolastico regionale: le buone pratiche vanno promosse e i docenti formati
Più musica in classe. Già a partire da materne ed elementari. Quindi: «Diteci come la fate, con quali risorse e con quali docenti». L’invito, con una circolare, a tutti i presidi arriva dal direttore dell’Usr, Stefano Versari, che con il monitoraggio nelle scuole dell’Emilia-Romagna vuole far circolare le buone pratiche. «L’ultima fotografia fatta dimostra che la musica aumenta la serenità in classe».
Più musica a scuola. Ma non solo alle medie o nelle scuole superiori a indirizzo musicale. L’Ufficio scolastico regionale punta a incentivarla nelle scuole dell’infanzia e alle elementari. Un obiettivo, fissato dal decreto legislativo entrato in vigore a maggio del 2017 con cui si vuole promuovere la pratica musicale fin dai primi anni del percorso scolastico, che adesso viene recepito da via de’ Castagnoli.
Con una circolare il direttore Stefano Versari, infatti, ha dato il via al «monitoraggio delle attività di potenziamento della pratica musicale» nelle materne e alle elementari. I dirigenti scolastici dell’Emilia-Romagna, quindi, sono invitati a spiegare, attraverso un questionario da consegnare entro l’1 febbraio, quali attività musicali fanno con i loro alunni più piccoli e con quanti docenti dedicati. Nel questionario, di una ventina di pagine, i presidi delle scuole devono anche indicare come riescono a sostenere finanziariamente i laboratori musicali nel proprio istituto.
«Questo Ufficio scolastico regionale — scrive Versari nella sua circolare pubblicata ieri — in una prospettiva di valorizzazione, condivisione e formazione in progress, ritiene utile conoscere e raccogliere le buone pratiche attraverso un monitoraggio dei percorsi realizzati nel corrente anno scolastico. I percorsi a indirizzo musicale, con particolare riferimento alla pratica vocale e strumentale, potranno essere meglio accompagnati e monitorati, attraverso l‘attività di documentazione».
Quindi: i dirigenti raccontino nei dettagli come avvicinano i bambini alla musica e lo condividano con gli altri presidi. Un modo per far circolare le buone pratiche musicali e dare idee e spunti anche agli altri. «L’analisi del monitoraggio consentirà a questo Ufficio — spiega ancora Versari — di conoscere le attività e i percorsi sperimentati dalle scuole, anche al fine di coadiuvare la realizzazione di proposte laboratoriali».
All’ultimo monitoraggio del 2016 risposero 58 scuole sulle 105 individuate in regione. A Bologna delle 20 scuole che fanno musica in classe, l’anno scorso risposero in 16. Ma comunque il monitoraggio, secondo Versari, ha dato una fotografia attendibile di come incide la musica a scuola. «Innegabili i vantaggi educativi del fare musica insieme — ha scritto l’Usr nel suo report — che da un lato sviluppa le capacità mnemoniche, potenzia l’autocontrollo, il senso critico e autocritico, dall’altro offre ai bimbi l’opportunità di scoprire le proprie attitudini, favorendo una serena e piacevole vita di classe».