Beethoven e Chopin Il rigore della Wang
Stasera al Teatro Comunale il concerto della pianista cinese (scoperta e lanciata da Claudio Abbado) con la Chamber Orchestra of Europe e Lorenza Borrani
Metà fanciulla e metà pesce. Melusina è il nome di una creatura uscita da un’antica leggenda capace di sedurre perfino Beethoven che pensò di dedicarle un’opera lirica. Ci penserà anni dopo Mendelssohn a comporre un’ouverture di incantata leggerezza ispirandosi a questa creatura di sogno. Ed è proprio questa la pagina musicale con cui si apre il concerto della Chamber Orchestra of Europe stasera (ore 20.30 al Comunale di Ferrara). L’istituzione estense consolida così il sodalizio con le formazioni fondate da Claudio Abbado: orchestre giovanili ed europee (citiamo anche la Mahler) fondate sul puro principio del talento. Formazioni prodigiose, versatili, camaleontiche e con cui i programmi possono suonare eccezionali. È il caso del concerto di stasera dove la Chamber Orchestra of Europe si lascia letteralmente guidare da due giovani eccezionali soliste, con la concertazione di Lorenza Borrani (solista di alta classe e violinista di spalla dell’orchestra) e con la presenza alla tastiera di una star come la pianista Yuja Wang, prodigio di tecnica e virtuosismo. Il programma del concerto sembra un’emanazione di un’intesa tra le due musiciste e i solisti della Chamber Orchestra of Europe con l’ouverture delle Bella Melusina e una scelta delle musiche di scena scritte da Mendelssohn per il Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, il primo concerto per pianoforte di Beethoven e, per finire l’andante spianato e Grande Polacca brillante di Chopin. Il debutto di stasera prepara una lunga tournée tra Italia e Spagna, con un’altra tappa emiliana, sabato al Valli di Reggio Emilia.
Come per la Chamber Orchestra, anche per la pianista cinese il teatro ferrarese è il luogo d’elezione dove i concerti per anni si possono trasformare in acclamati album discografici. Nel caso della Wang è il disco dedicato a Rachmaninov, con Abbado sul podio. La memoria dell’evento è ancora fresca a distanza di anni. Un’ora trascorsa senza abbandonare la tastiera (c’erano i microfoni della Deutsche Grammophon a registrare) se non per raccogliere gli applausi scroscianti alla fine del Concerto e tutto offerto con quella miracolosa leggerezza che sa così bene dispensare la giovane pianista cinese. Ancora oggi il disco porta testimonianza di come qualsiasi difficoltà sotto le dita della pianista sia sciolta nell’eleganza e nella musicalità. Nessuna soglia resta preclusa e tutto può essere raggiunto, sfiorato, superato. In disco o in concerto, la giovinezza di Yuja Wang svela una maturità perturbante. Disinvoltamente, lei persevera nell’acrobatico gioco di sottrarre il pianoforte alla legge di gravità. A lei stasera toccherà Beethoven e Chopin, ma è come se un po’ di quell’aerea leggerezza la possano comunicare anche le pagine di Mendelssohn che creano un gioco di specchi e di rimandi, ma soprattutto fanno circolare musica bellissima con cui rinnovare il virtuosismo della Chamber Orchestra of Europe. Si sa, il genio agisce senza fondamento, come succede solo in sogno. Basta un’ouverture perché tutta la commedia di Shakespeare scorra via velocemente da dove è venuta. Se ne accorse Franz Liszt percorrendo la partitura: «Nell’ouverture gli accordi dei fiati all’inizio e alla fine svaniscono leggeri e riemergono brillanti e tra questo svanire e riemergere si raffigura il grazioso mondo onirico con il più efficace effetto di contrasto, in una bellezza tenera e incantata». Quel che non sfuggì a Liszt è che l’ouverture di Mendelssohn al Sogno di una notte di mezza estate è in fondo un riflesso del suo autore, perché «il talento di Mendelssohn poggia su quest’atmosfera incantata, splendida e brillante». Ecco allora che il concerto della Chamber Orchestra of Europe con Lorenza Borrani e Yuja Wang trova un naturale punto di partenza nelle note di un’ouverture composta ispirandosi ad una creatura di sogno. Una fata, appunto.