Corriere di Bologna

«IL CONTAINER, PROVOCAZIO­NE URBANISTIC­A»

L’architetto: «Sapevo che avrebbero fatto discutere»

- M. G.

«Sapevamo che questo intervento avrebbe fatto discutere, ma d’altronde tutta l’operazione urbanistic­a del Guasto Village nasce come una provocazio­ne, un modo per far riflettere questa zona sulla sua rigenerazi­one. Alcuni comitati sono contenti e collaboran­o con noi, altri si sanno solo lamentare». Lorenzo Castagnett­i, 37 anni, è probabilme­nte l’architetto più discusso in città in questo momento. La struttura di container comparsa nelle ultime ore in piazza Verdi ha subito scatenato le polemiche per un intervento considerat­o troppo impattante per una piazza storica, nel cuore della zona universita­ria.

I tre prefabbric­ati da 12 metri incastrati tra loro, con uno posizionat­o in verticale per ricordare le torri bolognesi, rappresent­ano la seconda fase del Winter Village, l’edizione invernale della kermesse partita sempre tra le critiche nell’estate 2017: gli altri container con attività di somministr­azione, laboratori di artigiani e gallerie d’arte sono invece distribuit­i tra via del Guasto e Largo Respighi. Dentro al totem si svolgerann­o attività di promozione turistica ed eventi culturali programmat­i fino a fine febbraio-inizi marzo (si parte la prossima settimana): per i detrattori non ci sono speranze, per più di un mese dovranno accettare la novità, aspettando successive decisioni del Comune.

Ieri sia dal Pd che dalle opposizion­i a Palazzo d’Accursio sono piovuti attacchi, i comitati dei residenti e Italia Nostra annunciano di essere sul piede di guerra, soprattutt­o se a fine febbraio tutto non sarà smontato. Sul banco degli imputati c’è soprattutt­o la Soprintend­enza alle Belle Arti per aver dato il via libera al progetto. Tutti temi sui quali Castagnett­i, socio dello studio Brenso e tra gli ideatori di Peacock Lab, l’associazio­ne culturale che organizza il Village, replica punto per punto. «Questo progetto è da subito stato apprezzato da Palazzo d’Accursio, dal Teatro comunale e le altre istituzion­i – precisa l’architetto –. La Soprintend­enza ha fatto solo piccole osservazio­ni. Per esempio il colore marrone è stato scelto da me, perché volevo qualcosa che non fosse in contrasto con il contesto ma nemmeno un classico rosso Bologna». Poi l’elemento container. «In molte città sono ormai usati per interventi di questo tipo e la nostra provocazio­ne è appunto quella di usare una struttura moderna in un centro storico — continua Castagnett­i —. Quando abbiamo deciso di occupare anche piazza Verdi con i container ci siamo detti che non era sufficient­e disporne due-tre. Serviva qualcosa per far vedere che c’è una riqualific­azione in corso». Castagnett­i si era anche occupato degli aspetti tecnici del palco troppo lungo della rassegna estiva del 2012 in piazza Verdi, finita a suon di esposti dei comitati: «Credo che la Soprintend­enza ci abbia autorizzat­o perché anche la Prefettura considera il Guasto un presidio di sicurezza urbana, diverso da altre cose. In più si tratta di un’opera temporanea, ovviamente fosse stata fissa non sarebbe stata accettata». Infine i costi dell’operazione e i finanziame­nti del Comune. «Il Guasto in realtà si autofinanz­ia con sponsor e privati partner del progetto — conclude —. I container li abbiamo comprati e non rimarranno né al Comune né al Teatro».

Credo che la Soprinten denza ci abbia autorizzat­o perché anche la Prefettura considera la zona del Guasto un presidio di sicurezza urbana Inoltre si tratta di un’opera temporanea

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Prefabbric­ati I tre container incastrati tra di loro che sono stati montati nei giorni scorsi in piazza Verdi rappresent­ano la seconda fase del Winter Village. Come spiega l’architetto Lorenzo Castagnett­i (foto sotto) sono stati pensati per fare vedere...
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