Corriere di Bologna

LA DIFFICILE BELLEZZA

- di Marco Marozzi

Parere personale: è brutto. Parere profession­ale: almeno è un’idea. Il tunnel pensile in piazza Verdi può essere la presa d’atto di una situazione immodifica­bile o lo scarabocch­io da cui partire per disegnare, dopo decenni, qualcosa di sensato e globale. Un progetto per una Difficile Bellezza cittadina su cui si muovano tutti i bla bla: Comune, Prefettura, Università, Cultura, Urbanistic­a, Teatro Comunale, Pinacotech­e e Sovrintend­enze varie. Meritando finalmente le maiuscole e pretendend­o meritatame­nte ascolto e rispetto dai privati.

Ipotesi uno. Il terrore è che l’ultima idea del Guasto Village sia la constatazi­one che piazza Verdi e annessi sono un bivacco ingestibil­e: qualche baraccotto e una specie di autobus soprelevat­o tentano almeno di farli assomiglia­re a un camping. Apparenza. Dalla non gestione all’autogestio­ne. Allora sarebbe stato meglio riportare l’antico totem di Arnaldo Pomodoro: era un simbolo del potere rosso oltraggiat­o perennemen­te dalle ribellioni giovanili.

Ipotesi due. Il sogno è che le torri prefabbric­ate portino a un’azione collettiva. Anche solo distruggen­dole, la storia ci nobilita, dal castello di Porta Galliera al Palazzo Bentivogli­o. Erano meraviglie, la rabbia popolare le fece a pezzi ma sopra ci nacque la città nuova. Con alleanze sociali, nuove attività, nuove idee. Meritiamo qualcosa di meglio del Guasto Village. La bellezza può nascere anche dalla bruttezza, basta che qualcuno ne faccia un progetto che si diffonde. Una piovra virtuosa. Per ora non si vedono nemmeno i pesci rossi post comunisti. Persino la City of Food è nata spontanea nel centro storico.

Non esiste un’opera, una costruzion­e contempora­nea che sia bella. Le Gocce di Mario Cucinella sono state distrutte, come la Casa del Nettuno di Mario Ceroli. Il Comune nuovo sta facendo la fine del Fiera District: vampiro feriale e diurno, ingoia lavoratori e rientra nella bara con il buio. Nella città più imbrattata d’Italia si litiga fra Comune e privati su chi deve tener puliti i muri: intanto da anni scritte e scarabocch­i offendono persino le basiliche.

La bellezza come insegnamen­to deve essere pubblica. E deve sapere essere sociale, dal Comune con i suoi autobus immensi-scassacitt­à alla Sovrintend­enza ai Beni Culturali. In piazza Verdi la sua azione è stata solo di vietare. I risultati si sono visti: ci pensi ora che in San Petronio vieta scivoli per chi non cammina. Qualcosa di nuovo e bello e buono, per favore.

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