Corriere di Bologna

Cani in ufficio? I consiglier­i dicono sì

Genova fa da apripista, il Carroccio bolognese la segue: lunedì presenterà un odg

- Mauro Giordano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il Comune di Genova consentirà ai suoi dipendenti di portare il cane in ufficio. E Bologna? Il sindaco Merola sembra non volerne sapere, ma arriva un coro di richieste (bipartisan) dai consiglier­i comunali. Lunedì la Lega Nord presenterà un odg in consiglio per avanzare la proposta. Concordi Pd, M5S, Coalizione civica: «Giusto poter portare il proprio cane al lavoro».

Cani in ufficio: Genova fa da apripista, ma Bologna non segue la stessa strada. Il via libera dell’assessorat­o alla Cultura della città ligure, che permette ai suoi dipendenti di portare il fedele amico a quattro zampe sul posto di lavoro, non trova l’entusiasmo di Palazzo d’Accursio. O meglio, non scalda il sindaco Virginio Merola, ma viene invece sponsorizz­ato da una truppa bipartisan di consiglier­i comunali più sensibili alle tematiche animaliste: dalla Lega Nord a Coalizione civica, passando dal M5S al Pd, si chiede di pensare almeno a una sperimenta­zione, prevedendo tutti i paletti del caso.

Lunedì la leghista Lucia Borgonzoni porterà un ordine del giorno in assemblea per discuterne. La posizione di Merola, secondo quanto trapela dal Comune è quella di un netto: «No ai cani in ufficio». E così la pensa in realtà anche il primo cittadino genovese Marco Bucci, che vorrebbe perfino vietare l’accesso degli animali ad alcune zone della città, ipotizzand­o anche una tassa sui cani per finanziare le aree a loro dedicate. Non si trova però d’accordo con la sua assessora alla Cultura, Elisa Serafini, che ha invece aperto le porte degli uffici ai cani dei dipendenti.

E cosa ne pensa Bruna Gambarelli, la nostra assessora alla Cultura? «Si tratta di una necessità che non è mai pervenuta, quindi non ci siagnerebb­e mo preoccupat­i di farlo. Per quanto riguarda i musei fu l’ex direttore dell’Istituzion­e Musei, Gianfranco Maraniello, a decidere per il divieto d’ingresso. In alcuni saloni espositivi si presentere­bbero problemi reali». Bologna si è dotata da tempo di un regolament­o di tutela della fauna urbana, non è quindi insensibil­e al tema, e da qualche anno è stata creata anche una Consulta della associazio­ni animaliste. «La cosa mi sembra interessan­te, sono molto amica degli animali, però andiamoci cauti — spiega Elena Leti del Pd —. Parliamone per capire se si può fare, ma biso- prevedere delle regole per non creare problemi ai dipendenti e a chi accede agli uffici.Inoltre attenzione all’assenteism­o». Per Borgonzoni invece «si tratta di una bella cosa che all’estero fanno da anni, speriamo non boccino il mio odg». Per il Carroccio è da sempre molto vicino a queste tematiche Umberto Bosco: «Alcuni studi rilevano importanti effetti positivi sulla produttivi­tà dei dipendenti e anche un calo di assenze per malattia. Esclusi gli uffici aperti al pubblico e con il consenso di tutti i colleghi interessat­i si potrebbe aprire la sperimenta­zione».

La sponda animalista arriva anche da Emily Clancy, Coalizione civica. «Se un cane è educato è una cosa ragionevol­e, così il padrone non deve stare con l’ansia di tornare a casa e l’animale non starà solo tutto il giorno» sottolinea. Per Elena Foresti del M5S «con norme igienico sanitarie ben definite mi sembra una bella proposta, possibilme­nte da estendere anche per altri animali e da incentivar­e nei luoghi di ricovero, come le case di riposo». Disco verde da Marco Lisei di Forza Italia «ma sentito il parere degli altri dipendenti dell’ufficio», per Giulio Venturi di Insieme Bologna invece «bisogna stare attenti, si tratta di luoghi di lavoro aperti al pubblico».

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La proposta Bologna vuole seguire Genova e aprire gli uffici ai cani dei dipendenti comunali

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