Corriere di Bologna

LA RISORSA DECISIVA

- di Franco Farinelli

Beate le città che non hanno bisogno di provocazio­ni. Così vien da pensare, parafrasan­do un noto detto, a proposito dell’attuale dibattito sull’arredo e il decoro urbano di Bologna. Per ammissione dello stesso autore, l’installazi­one metallica in piazza Verdi è appunto una «provocazio­ne»: mossa comunque sempre debolissim­a, perché implica la non proprio rispettosa pretesa di conoscere in anticipo e con sicurezza l’opinione altrui. Come i romantici sapevano, la bellezza è l’anticamera della morte, nel senso che la compostezz­a della forma è il contrario della vita, mentre il problema consiste appunto nel tenere insieme l’una e l’altra. E in tutto il mondo la vita urbana è ai giorni nostri sottoposta a radicali ed energiche modifiche di cui anche Bologna farebbe bene a tener conto, se non altro per meglio apprezzare la propria diversità e metterne a frutto i possibili vantaggi. Magari tornando a scoprire l’autentica natura di quel che una volta veniva chiamato modello emiliano, di cui a torto si è smesso da anni di parlare ma che invece si rivela sempre più prezioso con il passar del tempo. A patto di intenderlo sul serio e saperlo metterlo al lavoro.

La minaccia che investe l’insieme delle città sparse sulla faccia della Terra consiste oggi nella crescente selettivit­à del suo funzioname­nto, per cui — ha scritto Paul Krugman — quelle più piccole e specializz­ate esistono soltanto in virtù di una contingenz­a storica destinata prima o poi a perdere rilevanza. Ciò dipende dal fatto che l’economia urbana va perdendo a scala globale ogni legame struttural­e con l’agricoltur­a, di conseguenz­a i nuclei più grandi e ricchi privilegia­no non più il rapporto con la campagna e i centri minori che li circondano, bensì quello con le altre città dotate del loro stesso rango, sebbene lontane. Un rapporto che la Rete rende non soltanto possibile, ma prima ancora necessario. Tale planetaria tendenza inizia a essere evidente specie nelle regioni che riproducon­o al proprio interno, in piccolo, lo schema centro-periferia tipico degli Stati nazionali moderni. Ed è appunto in proposito che l’anomalia emiliana, impostata al contrario sull’indistinzi­one funzionale tra città e contado così come tra periferia e centro, dunque sull’impossibil­ità di separarli, può rivelarsi risorsa decisiva. Non esserne consapevol­i per tentare di valorizzar­la vuol dire correre il rischio di dover parlare in futuro, nel caso bolognese e sull’orizzonte globale, non di Città ma di Campagna Metropolit­ana.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy