Meloni: «Tra lui e Bersani, i bolognesi votino noi»
La base dem indecisa sul voto tra Bersani e Casini? «Capisco le difficoltà, votate Fratelli d’Italia», rilancia da Bologna Giorgia Meloni.
Gli avversari provano a sfruttare le difficoltà del Pd nel gestire la candidatura in città di Pier Ferdinando Casini. Ad approfittare della situazione è Giorgia Meloni, ieri a Bologna per l’assemblea nazionale di Fratelli d’Italia, che ha votato all’unanimità il nuovo simbolo con il suo nome in testa seguito dalla fiamma tricolore. Nella sala del Royal Hotel Carlton in cinquecento hanno acclamato la leader della destra che intravede per lei e per i suoi un posto nel futuro governo, qualora alla coalizione guidata da Silvio Berlusconi e Matteo Salvini riuscisse l’impresa di superare quota 40% dei consensi.
Di candidature qui in regione e in città, Meloni non vuole aggiungere altro a quel poco che si sa riguardo alla compagine di centrodestra, che deve ancora definire volti e nomi da mettere in campo nei collegi ritenuti blindati dal Pd. Talmente sicuri che il segretario nazionale del Pd Matteo Renzi ha pensato di riservarne uno per l’alleato centrista Casini, che dovrebbe correre per il Senato proprio in quello bolognese. Scelta non ancora del tutto digerita nel partito, come testimoniano i seri dubbi espressi dalla presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta Saliera, e che diventa un gustoso assist per Meloni. Perché per il popolo dei democratici non c’è solo Casini, ma anche l’ex segretario dem Pier Luigi Bersani in predicato di correre anche lui in città, ma alla Camera, per Liberi e uguali.
«Capisco la difficoltà, votate Fratelli d’Italia», rilancia allora Meloni. Una provocazione, certo, la sua. Ma fino a un certo punto, se Meloni arriva a dire che non sono pochi «quei cittadini di sinistra che per una vita hanno votato in buona fede a sinistra e ora vengono da me perché hanno una crisi d’identità e si sentono più rappresentati dalle nostre posizioni che da quelle del Pd». In questa fase, sostiene la leader di Fratelli d’Italia, «in uno scontro tra diritti dei molti e interessi dei pochi, noi facciamo battaglie per i diritti dei molti e loro per gli interessi dei pochi». Fatto sta che la situazione che si è creata in casa Pd non stupisce più di tanto Meloni. «No, non mi sorprende, perché il Pd mi pare abbia fatto scelte non esattamente
La sfida In un territorio non facile per il centrodestra abbiamo molto da fare