Corriere di Bologna

Virtus, notte da campioni Reggio ko: è Final Eight

I bianconeri partono sotto di 14, poi cambiano marcia. Nel tabellone saranno sesti o settimi

- Aquino, Labanti, Mossini

Provocata da Luca Baraldi a sfornare una grande prestazion­e dopo l’ignobile tracollo irpino, la Virtus ha risposto con una serata che soppesata potrebbe essere la migliore, e la più importante, della stagione. Batte Reggio Emilia, accoglie il regalo di Trento che cede in casa contro Avellino e vola alla Final Eight di Coppa Italia da sesta o settima in classifica (dipenderà, oggi, dai risultati di Cantù e Cremona). Questa la forma, inchiostra­ta al termine di una notte aspra e dolce, possibile svolta: andare a Firenze era un obiettivo ed era anche necessario per lasciare qualcosa di buono in mano dopo un autunno nervoso. Ma è la sostanza a prendersi la copertina: una Segafredo ancora non raffinata né finita, capace di soffrire senza sciogliers­i, di imprecare e subire, di reagire riproponen­do l’intensità difensiva senza la quale non può pensare di vincere e la coralità di un gruppo che ha spigoli e angoli complessi ma pure talento e capacità d’essere squadra solida. Se lo vuole.

Questo, ancor più del risultato, portano a casa i tifosi, la società e Alessandro Ramagli. Discusso era discusso, ma chi soffiava il vento dell’ammutiname­nto ha avuto la sua risposta. I giocatori hanno giocato a pallacanes­tro, a tratti bene e a tratti male, ma sono stati capaci di essere Virtus per l’intera serata. E il tecnico ha finalmente inciso, cercando il quintetto giusto e spingendos­i fino all’inedito, o quasi, assetto con quattro americani — cioè tutti — in campo, e via via ciò che poteva mettere in difficoltà Reggio partita 20-6 con uno stellare Markoishvi­li.

Il georgiano (6/8 da tre all’intervallo) è stato l’unico cannone reggiano. Gli altri sono usciti di scena (Chris Wright per un infortunio) o non ci sono mai entrati (Della Valle, cancellato da Lafayette su entrambi i lati del campo) o non avevano i numeri per essere un fattore (Candi e Mussini, leggeri e timidi).

Con il passare dei minuti la Virtus ha preso coraggio, comprenden­do che questa Reggio non poteva farle paura. L’incremento dell’intensità difensiva, alcuni cesti di Umeh e il quintetto moro hanno scantato la squadra. Nella ripresa i titolari hanno dato un’altra spallata, chiudendo un 21-4 a cavallo dell’intervallo e ribaltando la partita fino al +10 di fine terzo. Reggio non s’è dispersa, ma la Virtus li ha avuti tutti e non ha rischiato: cinque in doppia cifra (eccellente Baldi Rossi) e Aradori a 8 (e 5 assist), a supportare un dominante Slaughter e un Gentile complicato ma volitivo. Il punteggio non dice le zero palle perse nel secondo quarto, i tuffi a recuperare palloni vaganti, le facce che non c’entravano nulla con Avellino. Che sia la volta buona?

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Dominante Marcus Slaughter è stato decisivo sotto canestro

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