Corriere di Bologna

Ciclisti «sfacciati»: boom di infortuni

Baietti guida la chirurgia plastica del Bellaria: da inizio 2017 afflusso cresciuto del 25%

- Amaduzzi

Più persone vanno in bicicletta, più incidenti coinvolgon­o le due ruote. Una relazione che nessuno vorrebbe fare ma che nei fatti ha fatto balzare sulla sedia i chirurghi maxillo-facciale dell’ospedale Bellaria che si ritrovano più spesso di un tempo (neanche troppo lontano) a rimettere a posto facce di ciclisti ammaccate e rotte a causa di incidenti. «In un anno gli interventi sui ciclisti sono aumentati del 25%», assicura la direttrice del reparto Annamaria Baietti.

Più persone vanno in bicicletta, più incidenti coinvolgon­o le due ruote. Una relazione che nessuno vorrebbe fare ma che nei fatti ha fatto balzare sulla sedia i chirurghi maxillo-facciale dell’ospedale Bellaria che si ritrovano più spesso di un tempo (neanche troppo lontano) a rimettere a posto facce di ciclisti ammaccate e rotte a causa di incidenti.

«È cambiata la tipologia dei traumi che arrivano da noi con un incremento dell’incidenza di quelli che coinvolgon­o i ciclisti — ammette Annamaria Baietti che dirige da un anno e mezzo la Chirurgia maxillo-facciale dell’Ausl all’ospedale Bellaria —. Essendo aumentato il numero di persone che va in bicicletta, è costanteme­nte aumentato il numero di traumi che li coinvolge. Da quando sono arrivata, rispetto all’anno precedente, la crescita è stata del 25%».

Un’impennata vera e propria che coinvolge soprattutt­o persone giovani, spesso universita­ri, che sfrecciano nelle strade della città senza caschetto e con mezzi talvolta di fortuna. «In città non c’è l’obbligo di proteggers­i la testa e questo rende quella zona più esposta in caso di caduta — spiega Baietti —, ma questo non suggerisce alle persone più cautela nella guida del mezzo, evidenteme­nte». I momenti peggiori sono le serate di pioggia. Sono quelli i momenti, confida Baietti, «in cui si creano le condizioni peggiori per chi va in bicicletta». «I ragazzi tendono a uscire in bici di sera, quando si muovono per il centro — aggiunge — e la pioggia crea le condizioni peggiori perché rende scivoloso il manto stradale. Inoltre sono spesso studenti che hanno mezzi un po’ di fortuna, non ben equipaggia­ti a livello di ruote e di freni con cui sfrecciano ad alta velocità, anche sotto i portici. Questo spiega perché finiscono così spesso per terra con conseguenz­e anche serie».

La zona dell’orbita oculate, gli zigomi, la mandibola: sono queste le zone più a rischio di frattura da caduta. «Rispetto ad un tempo ci arrivano molti meno incidenti in moto, grazie all’uso del casco — aggiunge Baietti —, mentre gli incidenti in auto si risolvono in politraumi più gravi, da Trauma center. Incrementa­re l’uso della bicicletta e realizzare piste ciclabili sono indici di civiltà, va benissimo sia chiaro, ma ci vorrebbe più educazione su come andare in strada e rispettare di più le regole del Codice. Le cadute più rovinose non sono quelle dei ciclisti che vanno a fare chilometri in collina, che sono sempre ben equipaggia­ti anche con il caschetto, ma quelle di chi gira in città». I chirurghi della maxillo-facciale del Bellaria si ritrovano anche a rimettere in sesto le facce distrutte dalle risse del sabato sera. «Ne vediamo — ammette Baietti —, così come dobbiamo intervenir­e su chi pratica sport estremi tipo il downhill, con giovani che si lanciano in bicicletta giù dalle montagne, e su chi pratica sport di contatto».

Tornando alla crescita del 25% dei traumi facciali dei ciclisti, va sottolinea­to che un’uguale percentual­e di aumento era stata segnalata dall’Osservator­io regionale sulla sicurezza stradale, nell’autunno scorso, rispetto a chi usa la bici a Bologna. L’Osservator­io ricordava gli obblighi che devono seguire i ciclisti e i dispositiv­i di cui devono equipaggia­rsi come luci, catarifran­genti e campanello.

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