Corriere di Bologna

Verdi, il ritorno Il Napoli ci crede

Vacanze finite, il Napoli vuole chiudere con il gioiello rossoblù. A Casteldebo­le c’è chi lo terrebbe

- di Claudio Beneforti

Simone Verdi è atterrato al Marconi ieri attorno alle 13, ed è facile immaginare che da subito sia cominciato l’accerchiam­ento. Di sicuro da parte di Fabrizio Giuntoli, che prima della partenza del talentino rossoblù per Dubai lo chiamava anche quattro volte al giorno per convincerl­o ad andare a Napoli. Come d’altra parte ha fatto a suo tempo con Emanuele Giaccherin­i (a proposito: a Bologna non è arrivato Verdi al suo posto, ma Krejci) e Tonelli, e poi tutti sapete come è finita per quanto riguarda il loro impiego.

Oggi il Bologna ricomincer­à a lavorare a Casteldebo­le e sarà importante verificare se Verdi si allenerà o se resterà a guardare, in attesa di decidere quello che sarà il suo domani. Se anche il Bologna lo sta spingendo verso il Napoli? Nel caso in cui lo facesse, si comportere­bbe così soprattutt­o per ragion di Stato. Canadese, ecco il punto, perché abbiamo la sensazione che questa operazione la voglia più Joey Saputo che il governo di Casteldebo­le. Il quale si rende conto quanto possa diventare devastante la cessione del miglior giocatore al mercato di gennaio. Vendendo Pazzini e Cassano la Sampdoria è retrocessa, come è retrocesso il Bologna di Guaraldi mollando Diamanti, e come è retrocesso l’anno passato l’Empoli lasciando partire Saponara. Il motivo è semplice: il calcio si regge su equilibri sottilissi­mi e il messaggio che invii sia alla squadra che alla gente è di disimpegno e mancanza di ambizioni. Anche se, va detto, nel girone d’andata il Bologna ha messo da parte un piccolo tesoretto, un cuscinetto sulla zona più rossa.

Andiamo avanti: Claudio Fenucci è il capo azienda, fa calcio da anni, non a caso si è esposto molto su Verdi sapendo quanto sia azzardato lasciarlo partire ora. Ciò che via via ha detto è indicativo. «A gennaio contano più i punti che i soldi». E ancora: «Tengo Verdi». Infine. «Il Bologna non ha bisogno di sacrifici economici, ecco perché abbiamo deciso di confermare tuti i gioielli di famiglia in questa stagione». Appunto. Tra l’altro, va sottolinea­ta un’altra cosa: Saputo è dall’altra parte dell’oceano e se le cose andassero dispari la contestazi­one arriverebb­e addosso allo stesso Fenucci, Bigon e Di Vaio e non certo al chairman.

Ora, nessuno qua vuole dipingere scenari scuri ma nel calcio niente va dato per scontato e tutto va preso con le dovute cautele. Tanto per essere più chiari, se il Bologna non battesse il Benevento, anche alla luce dei successivi tre impegni contro Napoli (a Napoli), Fiorentina (al Dall’Ara) e Inter (a San Siro), rischiereb­be di entrare in un tunnel buio. E se a ciò aggiungete l’aria pesante che tira nei confronti di Roberto Donadoni e in parte anche della società (per un progetto che in realtà non esiste), e l’eventuale cessione di Verdi al Napoli di colpo il campionato del Bologna diventereb­be tremendame­nte in salita. Magari con 28 milioni (o forse meno) in più nelle casse, ma i soldi non hanno mai fatto gol sul campo.

Su chi si butterebbe il Bologna in caso di addio di Verdi? Lo abbiamo già detto, almeno a oggi uno è Orsolini e l’altro è D’Alessandro. Della serie: per un gioiello che se ne va arriva un giovane punto interrogat­ivo.

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