Scelte societarie
Sono un vecchissimo lettore del Corriere e desidero riferirmi a quanto da voi scritto sul Bologna calcio nella vostra edizione locale.
Per svariate dichiarazioni dei responsabili societari, il Bologna è interessato a crescere agonisticamente per vie interne, valorizzando giocatori giovani acquisiti sul mercato: è un obiettivo che per noi impazienti tifosi è un po’ frustrante, ma è una scelta di gestione del tutto rispettabile, che si contrappone a conduzioni inverse e di uguale credito come quella del Chievo o di Gazzoni.
Mi sembra comunque che le scelte societarie non stiano pagando e non credo che questo risultato possa ricadere su un presidente la cui natura imprenditoriale prevale abbondantemente su qualsiasi inclinazione tecnica, ma evidentemente coinvolge la qualità dei manager e l’impasse sullo stadio, dove i ritardi e le incertezze della parte privata che sembrano bloccare le decisioni pubbliche (caso forse unico in Italia) ne sono — credo — una sconfortante conferma.
Tornando all’aspetto sportivo, infatti, se guardo la squadra allestita dopo la plusvalenza Diawara, mi sembra che la nostra difesa evidenzi profonde lacune e quindi, fatto salvo l’obiettivo di fare cassa, appare del tutto inadeguato l’utilizzo della stessa.
Per quanto riguarda il gioco, credo che il secondo gol dell’Udinese sia paradigmatico, visto che la palla si è mossa rasoterra e con passaggi di prima così precisi da mettere in difficoltà difese anche molto più arcigne della nostra: noi invece sbagliamo gli appoggi (n.b., non i lanci), giochiamo con facili tocchetti orizzontali che permettono a giocatori — più incapaci che timorosi — di tutelare le loro insufficienze e conseguentemente lasciamo alle difese avversarie il tempo di chiudersi e di arginare comodamente fraseggi tanto inutili, quanto improponibili.
Ora siamo di fronte a una prossima o futura plusvalenza Verdi del tutto lecita e opportuna, ma se chi ne riceve i benefici non è in grado di fornire scelte tecniche adeguate, è inutile parlare di crescita e attendere risultati soddisfacenti. Se quanto detto avesse una parvenza di concretezza, mi piacerebbe quindi dibattere sulle qualità di manager e giocatori e non sui lati di una classifica che sono e saranno del tutto conseguenti alle scelte fatte.