La «Vergine» ritrovata, rinasce alla Fondazione Lercaro
Il dipinto di Simone dei Crocifissi, scovato per caso, sarà restaurato e ospitato nell’istituto di via Riva Reno
È una tempera su tavola firmata e datata 1382, da poco ritrovata fortuitamente dalle suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, all’interno dei locali dell’Istituto Zoni accanto alla piccola chiesa di Santa Maria Incoronata, nel tratto di mura tra porta San Vitale e Porta San Donato. L’opera, Incoronazione della Vergine è attribuita al pittore trecentesco bolognese Simone di Filippo Benvenuti, noto come ‘Simone dei Crocifissi’ per la sua capacità, ha scritto lo storico dell’arte bolognese Carlo Cesare Malvasia, di dipingere «immagini grandi del Redentore per amor nostro confitto in croce». Dopo l’opportuno restauro, verrà ospitata nella sede della Fondazione Lercaro, in via Riva Reno 57 grazie a un accordo tra la fondazione e l’Istituto Zoni. La tavola era giunta alla chiesa dell’Incoronata nel 1669 e collocata sull’altare maggiore in sostituzione di un antico e rovinato affresco. Secondo le fonti proveniva dalla casa delle suore Terziarie dell’Annunciata in Borgo Orfeo, che l’avevano ceduta in cambio di una copia dell’originale eseguita da un pittore del tempo. Sostituita a sua volta con una copia, dalla fine del secolo scorso se ne erano perse le tracce. Nel 1934 l’opera era stata descritta per primo da Guido Zucchini, consulente artistico del Comitato per Bologna storica e artistica, sulle pagine della rivista
Il Comune di Bologna: «È un’opera di maturità dell’artista. Su un banco ricoperto di un serico drappo stanno assisi il Redentore e la Vergine; il primo con la sinistra tiene lo scettro, con la destra pone la corona in capo alla Madonna, chino il capo in ossequio, conserte le mani in atto di sottomissione. Un ricco tendaggio, teso dietro il banco o trono, lascia intravedere alcune stelle dal cielo. Nell’alto, 8 angeli, 4 per parte, chinano il capo simmetricamente in atto di adorazione».
Il restauro sarà eseguito dal laboratorio di Camillo Tarozzi, sotto la sorveglianza della Soprintendenza competente e dovrà restituire al dipinto l’originario splendore dei colori. Al termine, la tavola resterà esposta nelle sale della Raccolta Lercaro che, nel frattempo, offre incontri sullo stato e la storia del dipint. Il primo, a cura di Franco Faranda, sarà giovedì alle 18 con posti limitati e prenotazione obbligatoria allo 051/6566210.