Corriere di Bologna

Apoptosi, la morte cellulare che ci fa belli

- di Gabriele Bronzetti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quando imitiamola natura spesso lo facciamo con fini poco nobili. Apoptosi (dal greco apo = separazion­e da, e ptosis = caduta) è un termine nato per descrivere la caduta dei petali dei fiori e che definisce la morte cellulare programmat­a.È una morte gentile e altruista: in una cellula inutile, vecchia oppure infettata da un virus si attivano dei geni a tempo che la fanno morire con discrezion­e. La vita degli organismi, dal bruco alla farfalla, da quel respiro sincrono dei nostri genitori fino al nostro ultimo, è un equilibrio sottile tra apoptosi e rigenerazi­one. È un saper morire vitale: l’eccesso può causare malattie come il Parkinson, il difetto è alla base dei tumori, causati da cellule immortali e anarchiche. Qual è l’immorale imitazione di questo nobile istinto cellulare? Quella dei cellulari. In Usa, Francia e Israele la Apple è indagata per il reato di obsolescen­za programmat­a dell’iPhone. Con la scusa di aggiornare lo smartphone entrano dei «geni» che lo rendono lento, inducendo i clienti a comprare l’ultimo modello. È la caduta della mela, non quella che suggerì a Isaac Newton la legge di gravitazio­ne universale. È una appleptosi che conferma come tutto graviti intorno al pianeta denaro. Non resta che mangiare le mele vere che san cadere, le uniche che levano il medico di torno rendendo più smart l’apoptosi dei nostri caduchi tessuti cellulari.

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