Corriere di Bologna

Lo sfogo di Riccardo «Tradito da un amico»

«Sono stato fatto fuori per giochi di potere, la politica è questa»

- di Beppe Persichell­a

«Non me l’aspettavo da Merola, pensavo avesse più rispetto per il lavoro che ho fatto in questi anni. Essere liquidato così, come l’ultimo degli imbecilli, fa davvero male». Durissimo sfogo dell'assessore Riccardo Malagoli dopo che il sindaco lo ha scaricato.

«Vuole sapere come sto? Di merda, grazie». Sono le sei del pomeriggio e da pochi minuti Riccardo Malagoli non è più l’assessore alla Sicurezza (e altro ancora) del Comune di Bologna. È provato, avvilito e non fa nulla per nasconderl­o. Ha ricevuto da poco l’inatteso siluro dal sindaco e a domanda risponde in modo schietto, colorito, come ha abituato i bolognesi in questi sei anni. È fuori dalla giunta, dopo esserci entrato nel 2011 in quota Sel (normale approdo di una lunga militanza in Rifondazio­ne Comunista), resistendo nel tempo allo scioglimen­to del partito di Nichi Vendola, alla nascita di nuove formazioni a sinistra come Coalizione Civica, a scissioni e ad altre fusioni. Da un po’ di tempo non aveva più una tessera in tasca. Una sola, a dire il vero, gli era rimasta: quella del sindaco. Ma alla fine il sacrificio è toccato proprio a lui, al fedelissim­o, al ruvido ma pragmatico assessore che puntava dritto al sodo, incurante dell’effetto che le sue uscite o le sue risposte in Consiglio comunale avrebbero provocato tra i banchi della minoranza tra quelli della maggioranz­a a guida Pd. Perché tutto sommato la sua caratteris­tica principale era un’altra e gli faceva dormire sonni tranquilli: ritrovarsi alla fine sempre in sintonia con le scelte di Merola. Malagoli, ma allora perché è toccato proprio a lei?

«Per giochi di palazzo, per giochi di potere, perché tra poco ci sono le elezioni Politiche. Devono essere per forza queste le ragioni, altrimenti non me lo spiego. E se sono queste le ragioni, allora mi amareggio ancora di più. Perché ho sempre cercato di lavorare per il bene della città. Perché in ogni situazione ci ho sempre messo la faccia. Invece la politica è questa roba qua». Quando ha saputo da Merola che non sarebbe più

stato un assessore del Comune di Bologna? «Ufficialme­nte mezz’ora fa. Ufficiosam­ente ieri (martedì, ndr)».

Eppure è da almeno una settimana che si parla di un rimpasto di giunta in vista delle elezioni Politiche.

«Lo so. Infatti è stata proprio questa modalità scelta dal sindaco per comunicarm­i la sua decisione a non lasciarmi sereno. Ho passato una intera notte in bianco, a girare e

rigirarmi nel letto per capire il perché». Cosa vi siete detti lei e Merola nel suo ufficio? «Preferisco tenermelo per me».

Va bene, ma il sindaco le avrà pure spiegato perché ha deciso da un giorno all’altro di ritirare le sue deleghe.

«Mi ha solo detto che aveva bisogno di muovere la giunta e che quindi aveva deciso che non sarei stato più il suo assessore. E io ne ho preso atto. Ma a dire il vero, non so come motiverà pubblicame­nte questa scelta, del perché di questi cambi». Dopo una notte in bianco, cosa prova?

«Tanta amarezza e delusione. Soprattutt­o per la modalità da lui adottata. Io ai rapporti umani ci ho sempre creduto». Si sente tradito? «No, non considero questo un tradimento. Più che altro,

mi sento buttato via in nome di interessi che davvero non riesco a capire». Ma davvero non se l’aspettava nemmeno un po’?

«No, non me l’aspettavo da Merola, pensavo che avesse più rispetto per il lavoro che ho fatto in questi anni. Essere liquidato così, come l’ultimo degli imbecilli, fa davvero molto male».

Non è però la prima volta che Merola si comporta così. È già capitato nel corso del primo mandato con l’ex assessore alla Cultura Alberto Ronchi, dopo la vittoria al ballottagg­io con l’ex assessore alla Mobilità Andrea Colombo. E volendo, anche se i rapporti e il percorso fatto assieme era diverso, è successa una cosa simile anche con l’ex assessore al Welfare Amelia Frascaroli.

«Sì lo so bene, e credo che anche tutti loro si siano sentiti come mi sto sentendo io adesso. Nel mio caso però c’è qualcosa di più, un rapporto di amicizia con il sindaco di lunga data che avrebbe meritato un trattament­o diverso, un trattament­o più umano. E invece non c’è stato nulla di tutto questo. Per questo motivo oggi mi sento ferito» Ma questa amicizia esiste ancora?

«Dopo quello che è successo e per come è successo, posso dire che è molto in discussion­e».

È assai probabile che il suo successore sia il segretario cittadino del Partito democratic­o Alberto Aitini.

«Non voglio sapere chi viene al posto mio, non mi interessa. Farà il suo lavoro e poi saranno i cittadini a giudicare l’amministra­zione comunale».

E lei, dopo questo brusco addio a Palazzo d’Accursio vorrà fare ancora politica? Tra un mese e mezzo ci sono le elezioni politiche.

«Ora mi guardo attorno, perché se posso ancora dare una mano, non di certo a chi fa questi giochi politici ma a chi vuole cambiare qualcosa, potrei ancora impegnarmi, perché no?». Sta pensando a Liberi e Uguali?

«Non lo so, farò le mie valutazion­i».

Provo tanta amarezza e delusione, soprattutt­o per la modalità adottata da Virginio nella scelta. Io ai rapporti umani ho sempre creduto Con lui c’era un legame di lunga data che avrebbe meritato un trattament­o diverso, la mia amicizia con il primo cittadino ora è molto in discussion­e

 ??  ?? Ex amici Il sindaco Virginio Merola con l’ex assessore Riccardo Malagoli: i due hanno condiviso l’impegno amministra­tivo a Palazzo d’Accursio fin dai tempi della giunta Cofferati
Ex amici Il sindaco Virginio Merola con l’ex assessore Riccardo Malagoli: i due hanno condiviso l’impegno amministra­tivo a Palazzo d’Accursio fin dai tempi della giunta Cofferati

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy