Corriere di Bologna

Mancini e Savoldi, carezze a Verdi «Bravo, la felicità non ha prezzo»

- Claudio Beneforti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Roberto Mancini sta con Verdi: «Passano tanti treni, la felicità è più importante». È d’accordo Beppe Savoldi: «Io andai a fare il titolare».

Roberto Mancini, lei da Dubai sta con Verdi o contro Verdi? «Perché ci sono due partiti?».

Sì, scegliendo di restare a Bologna è come se avesse diviso l’Italia…

«Io sto con Verdi, avendo fatto come lui. Figuratevi se non lo capisco». Si riferisce a quando decise di restare alla Samp?

«Certo. Mi volevano tante squadre, ma alla Samp ero felice e la felicità non ha prezzo. E mi creda, a distanza di tanto tempo non me ne sono mai pentito, perché il cuore devi sempre ascoltarlo, non tradisce mai». È come se Verdi avesse parlato con lei.

«E con tanti altri miei compagni di allora, quella era una Sampdoria che nessuno voleva mai lasciare. Quando ti diverti e ti senti a casa, quando vivi in una famiglia, non devi cambiare. Se da una parte puoi anche andare a lottare per lo scudetto, da un’altra non devi mai dimenticar­e gli altri valori, che sono altrettant­o importanti. Verdi mi sembra un ragazzo con la testa sulle spalle, queste valutazion­i le avrà fatte, prima di rispondere no al Napoli ci avrà pensato e ripensato. E poi, scusatemi, non ha scelto di vivere in una città qualsiasi».

E qui di colpo ecco che viene fuori la bolognesit­à di Mancini…

«Vero. Sarò anche di parte, ma Bologna è Bologna, a me dà sempre grande emozione e avverto felicità sia quando devo andarci sia quando ci sono. Gli amici, la città, ho bisogno di godermela e di godermeli ogni tanto. Guardate, le scelte di vita vanno rispettate, anche perché ciascuno di noi ha il diritto di fare quello che sente dentro. E poi, giovane e bravo com’è, avrà il tempo per andare a giocare in una squadra che lotta per vincere lo scudetto. Giocando…». Giocando? Cosa vuole dire?

«Giocare è importante, probabilme­nte Verdi avrà anche pensato che a Napoli avrebbe dovuto fare anche la panchina». Come è normale che sia se sei in una grande squadra. «Sì, ma cresci di più giocando

che stando a guardare. E poi un conto è muoversi a luglio e un altro a gennaio, soprattutt­o quando trovi una squadra consolidat­a che porta avanti da mesi e mesi certi meccanismi di gioco».

Ci consenta, Verdi conosce bene Sarri e Sarri conosce bene Verdi.

«Sarebbe sempre stata una squadra nuova. E poi torniamo sempre allo stesso discorso, un ragazzo per giocare bene deve essere anche felice e se Verdi ha capito che non lo sarebbe stato, dico che a questo

punto ha fatto la scelta giusta. Tanto…». Tanto?

«Tanto è rimasto in una squadra molto importante che ha un grande passato e un grande fascino, e che alle spalle ha un presidente che vuole farla tornare con il tempo a livelli di eccellenza. Io con Saputo ho parlato, è una persona seria che mantiene quello che dice. È chiaro che prima andrà fatto un grande lavoro anche per quanto riguarda le strutture, non avendo il Bologna i numeri di Juventus,

Inter e Milan».

Pensi che tanti attaccano Verdi dicendo che ha scelto di vivere nella mediocrità e nell’anonimato.

«È una questione di punti di vista, io penso che il Bologna non viva né nell’anonimato né nella mediocrità. Devo dire che sarebbe molto bello se il Bologna e Verdi crescesser­o insieme».

Ma quella di Verdi non si può leggere come una scelta povera di ambizioni? «Quando io decisi di restare alla Sampdoria guardai soBologna-Benevento

prattutto alle cose e alle persone che mi facevano stare bene».

Voce di popolo: i treni passano una volta nella vita e quando passano devi prenderli al volo, senza pensarci tanto.

«Quando sei bravo i treni passano ogni cinque minuti, e Verdi è bravo, avendo un grande talento. Si goda Bologna e Bologna si goda Verdi, sarà bello per tutti e due. E lasciate che gli altri dicano».

Il Napoli di Sarri Andare a gennaio in una squadra consolidat­a non significa crescere, perché spesso si sta a guardare Andarci senza esserne convinti sarebbe peggio Le giuste ambizioni Ma secondo voi stare a Bologna e degradante? Lasciate parlare i critici, io a Bologna sto bene, è una città bellissima e il club ha una storia vera

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