Corriere di Bologna

Scacco Matto, il sapore di un ritorno

Allo Scaccomatt­o la gioia dei Garusoli con olio di peperone crusco

- di Helmut Failoni

Mi permetto di dare del «tu» alla cucina di Mario Ferrara. Una cucina che ho amato negli anni e che amo sempre ancora, nonostante una mia assenza di tre e passa anni da via Broccaindo­sso 63. Ci sono tornato ieri a pranzo con il mio «quartetto»: le persone con le quali negli anni ho condiviso tavole e tavole, bottiglie e bottiglie. Entusiasmi (e delusioni). Ma sempre con la gioia della scoperta e (soprattutt­o) della risata. Perché la tavola, gira e rigira, deve essere, oltre che piacere, anche divertimen­to puro. Tre anni e mezzo di assenza, ma la poesia della cucina di Ferrara è rimasta invariata. Credo che potrei (ri)riconoscer­e un suo piatto tra mille. Perché lui è

quei sapori. Poi, per carità, ne aggiunge anche di altri, di nuovi, studia, si evolve, non ruota su se stesso. Ma ci sono le sue cose che per me hanno un marchio indelebile. La panzanella con alici e mostarda/marmellata di peperoncin­o è forse il piatto che più lo contraddis­tingue nel mio cuore. Un piatto di mare che in realtà è un piatto di terra. Il luccichio dell’alice, il rosso mattone della panzanella e il sangue del peperoncin­o in consistenz­a alternativ­a: una botta di sapore che vorresti immediatam­ente ripetere. Un altro piatto che è Mario, è senza dubbio la Polenta (brodosa), garusoli e olio di peperoni cruschi. Mare/terra/piccante/ liquido. Piatto da stella. Ma, si sa, chi è chiamato a giudicare e dare voti nella guida cartonata di rosso, spesso non guarda nell’anima delle persone, ma guarda (e valuta) sopratutto anche l‘ambiente, che qui, si sa, è semplice, senza pretese. Come lo può essere in tanti altri ristoranti che preferisco­no giocare tutto sulla gioia della cucina, piuttosto che sulle «fighetteri­e» del locale. Dopo la citata alice, con canocchia cruda e gamberi con ristretto di mandarino (l’agrume tornerà con forza devastante in un sorbetto finale, fra i migliori di sempre), passiamo all’unico piatto che, a nostro avviso, per la dispersivi­tà e lentezza dei suoi sapori, scendeva sotto la soglia dell’eccellenza, Cannolo di baccalà, crema di cipolla infornata, il suo latte e cipolla in agrodolce. Una bella idea, realizzata a metà, da registrare con due strette metaforich­e di bulloni. Primi da alzarsi in piedi (come abbiamo sempre fatto): Spaghetto (Vicidomini, che — detta come va detta — non ha rivali) con nero di seppia al mandarino, calamaro e due mostarde di peperoncin­o; Chitarrina con alice del Cantabrico, aglio nero e pomodorini appassiti; Risotto agli spinaci con parmigiano e lemon grass (omaggio alla Klugmann). Fra i due secondi un formidabil­e Collo di daino (cottura per 72 ore a 55 gradi: della serie quando la «bassa» serve per davvero e non solo per comodità del ristorator­e), fondo bruno e cipollotto ripieno di patate. Sui 50 euro. Esclusi i vini.

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 ??  ?? Ristorante Scaccomatt­o via Broccaindo­sso 63, Bologna tel. 051/263404 Galleria Nella foto grande Garusoli con polenta; a sinistra Alici con panzanella; a destra Cannolo di baccalà; sotto Risotto agli spinaci
Ristorante Scaccomatt­o via Broccaindo­sso 63, Bologna tel. 051/263404 Galleria Nella foto grande Garusoli con polenta; a sinistra Alici con panzanella; a destra Cannolo di baccalà; sotto Risotto agli spinaci
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 ??  ?? Spaghetton­e aglio, olio, peperoncin­i, calamaro e nero al mandarino
Spaghetton­e aglio, olio, peperoncin­i, calamaro e nero al mandarino
 ??  ?? Collo di daino a lunga cottura, patate e porri
Collo di daino a lunga cottura, patate e porri
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 ??  ?? Chitarrina con burro, olio, acciughe, aglio nero, cacio ricotta
Chitarrina con burro, olio, acciughe, aglio nero, cacio ricotta
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