Giunta, grana sicurezza al Pd
Il sindaco e il rimpasto: «Scelte mie». La delega più delicata per l’uomo di via Rivani
Il sindaco Virginio Merola ufficializza il rimpasto elettorale che vede uscire di scena gli assessori Riccardo Malagoli e Bruna Gambarelli e che sancisce l’ingresso in giunta del renziano Marco Lombardo (il quale avrà le deleghe al Lavoro e Attività produttive) e di Alberto Aitini che avrà le deleghe a Sicurezza, Polizia Municipale, Protezione civile, Manutenzione del patrimonio e Rapporti con il Consiglio comunale. Proprio quest’ultima è la nomina chiave per i futuri equilibri politici tra partito e giunta.
Il Pd aveva criticato in passato la giunta sul tema della sicurezza e il primo cittadino ha deciso di scaricare proprio su Via Rivani questa delega delicata e così si è trovato «costretto» a sacrificare Malagoli. Da oggi in poi la sicurezza sarà in capo ai Dem che hanno scelto per questo compito l’uomo più vicino al segretario Critelli. Il sindaco parla di scelte autonome e comprende l’amarezza dell’escluso Malagoli anche se precisa: «L’amicizia non c’entra». L’altra sorpresa nel rimpasto di giunta è che alla fine la delega alla Cultura che era in capo a Gambarelli viene data a Matteo Lepore, già uomo forte della giunta Merola che accresce ancora di più il suo potere nella squadra.
C’è voluta un’intera mattinata di trattative, ma alla fine un equilibrio che accontentasse Virginio Merola e Pd è stato trovato. Il rimpasto «elettorale» che permette al partito di gestire con più agilità la composizione delle liste è stato messo nero su bianco ieri dal sindaco.
Oltre agli ingressi di due nuovi assessori dem, il segretario cittadino del partito Alberto Aitini e il consigliere comunale renziano Marco Lombardo, c’è anche una promozione per Matteo Lepore che, con la fuoriuscita di Bruna Gambarelli, diventa il nuovo titolare della Cultura e dei Rapporti con l’Università (oltre a mantenere Sport, Promozione della Città e altre deleghe minori). La partita più delicata ha riguardato gli incarichi di Aitini. Il fedelissimo del segretario provinciale Francesco Critelli sostituisce l’ex assessore Riccardo Malagoli. Ma oltre al pacchetto lasciato in dote dall’ex Sel che comprende Sicurezza, Polizia Municipale, Protezione civile, Manutenzione del patrimonio, Aitini è riuscito a strappare anche il Commercio e i Rapporti con il Consiglio comunale. A Lombardo («Spero di essere all’altezza delle aspettative» ha scritto su Facebook), deleghe più economiche: Relazioni europee e internazionali, Lavoro, Attività produttive, Progetto «Insieme per il Lavoro» e altro ancora.
Non è l’unica novità di giornata. Il rimpasto premia anche l’assessore alla Sanità e al Welfare Giuliano Barigazzi, da poco ritornato in Comune dopo l’addio di Luca Rizzo Nervo, che diventa anche coordinatore della giunta. «Sono state scelte per me impegnative, anche dal punto di vista personale — ha spiegato il sindaco —, ma che assumo in autentica autonomia». «Con la convinzione — ha aggiunto — che sono utili per la stabilità, l’unità e l’efficacia dell’azione di governo nell’interesse generale della città». Il rimpasto, detto in altri termini, serve anche ad archiviare il braccio di ferro tra lui e il partito, che si è riflettuto nei rapporti dentro al gruppo Pd in Comune. Nell’annunciare i due nuovi ingressi, Merola ha ringraziato l’ex assessore alla Cultura Gambarelli «per il lavoro svolto in questi mesi» e, in particolare, ha speso qualche parola in più per l’ex assessore alla Sicurezza Malagoli, che nelle ultime ore ha rilasciato dichiarazioni di fuoco. «Comprendo il suo stato d’animo, ma sono dispiaciuto che abbia fatto riferimento alla nostra amicizia. Ha lavorato bene per la nostra città perché è capace e leale. Non perché è mio amico». Ma Malagoli non retrocede: «Se dice che ho lavorato bene e sono capace, allora dovrebbe dare delle spiegazioni alla città, così non capisce». Chi non solidarizza con Malagoli è l’ex assessore alla Cultura Alberto Ronchi, anche lui cacciato dal sindaco nel primo mandato: «Merola non guarda in faccia nessuno e Malagoli non ha aperto gli occhi al momento opportuno».
«Poltronificio», così le opposizioni bollano il rimpasto. «Merola caccia due assessori per far posto a due trombati dai listini», attacca Massimo Bugani (del movimento 5 stelle). «Il Comune è diventato un ufficio collocamento?», si chiede Marco Lisei (Forza Italia). Pure la Cgil è «sorpresa» e «perplessa». «Il rimpasto era nell’aria, ma non pensavo avvenisse così presto, prima delle elezioni», le parole del segretario della Camera del Lavoro Maurizio Lunghi.
Merola Sono state scelte per me impegnative anche dal punto di vista personale ma che assumo in autentica autonomia con la convinzione che sono utili per la stabilità, l’unità e l’efficacia dell’azione di governo nell’interesse generale della città