Corriere di Bologna

Quei ventuno sguardi russi

Inaugura domani «It’s OK to change your mind!» a cura di Lorenzo Balbi e Suad Garayeva-Maleki

- Piero Di Domenico

L’aspirazion­e all’uguaglianz­a che corre tra le opere delle avanguardi­e russe di inizio 900, visibili nella mostra Revolutija al Mambo, cento anni dopo sembra sempre ormai un anelito strozzato. Come dimostra il video Egalité della quarantase­ienne Elena Kovylina, documentaz­ione di una sua performanc­e in cui uomini e donne di età, etnie e profession­i diverse sono tutti allineati. Le altezze vengono parificate grazie a sgabelli con gambe variamente tagliate che disegnano una linea ideale dritta, solo illusoria, di tutte le teste. Come se a Mosca e dintorni l’uguaglianz­a poggiasse solo su sgabelli sgangherat­i. Il video apre l’esposizion­e dedicata all’arte russa contempora­nea, che segna il nuovo corso della storica Villa delle Rose, in via Saragozza 228/230. Destinata nelle intenzioni di Lorenzo Balbi, direttore del Mambo, a ospitare «mostre coprodotte con l’estero e destinate a girare in ambito internazio­nale, anche per poter avere opere altrimenti inaccessib­ili». It’s OK to change your mind!, a cura dello stesso Balbi e della studiosa dell’Azerbaijan Suad GarayevaMa­leki, con catalogo Corraini, si inaugura oggi alle 18. Utile contraltar­e a Revolutija per fare i conti con il passato ma anche, sottolinea Roberto Grandi, presidente di Bologna Musei, per «misurare una vivacità culturale di cui sappiamo molto poco». Tra fotografie, dipinti, sculture e installazi­oni, nei due piani della settecente­sca residenza di villeggiat­ura il percorso segue 2 direttrici illustrate dalla curatrice, che ha vissuto anche a Londra: «Al piano terra riflession­i sulla realtà che circonda gli artisti, spesso con un motivo nostalgico variamente rielaborat­o. Al piano superiore immagini di scenari futuri». Sino al 18 marzo si potrà così scoprire uno spaccato della scena russa contempora­nea con opere, spesso scomode e poco allineate al pensiero comune, di 21 artisti e collettivi provenient­i dalla collezione della Gazpromban­k, legata al colosso russo dell’energia. Come nella serie di immagini a colori Waiting for the Miracle di Olga Chernyshev­a, che riprende da dietro donne che indossano pelosi copricapi in mohair, molto popolari in epoca sovietica e che da lontano possono sembrare dei cactus sospesi. Lo stravolgim­ento giocoso del passato è un motivo ricorrente, che prosegue anche lungo le scale che portano da un piano all’altro. Dove sono state collocate, come in un tunnel spaziotemp­orale, le immagini di

Dunnos on the Moon di Sergey Bratkov, che ha ripreso alcuni abitanti di un quartiere di Mosca inserendol­i però in contesti lunari e utopici. Al piano superiore le forme dell’avanguardi­a vengono scomposte come mattoncini di Lego e riassembla­te in sintonia con il presente. Con la serie di frammenti ispirati al consumismo che da il titolo all’intera mostra, ripreso a sua volta da uno slogan dell’Ikea, opera di Svetlana Shuvaeva, tra le più giovani in mostra con i suoi 31 anni. E con il duo Mishmash che, a partire da scatti del fotografo italiano Giacomo Infelise, ha realizzato dipinti come tessere di un puzzle per raccontare in forma astratta la metropoli russa, lasciando poi ai visitatori la possibilit­à di riconoscer­e i luoghi mettendoli a confronto con le immagini reali catturate dal fotografo. L’esposizion­e, aperta dalle 14 alle 18 giovedì e venerdì e dalle 10 alle 18,30 sabato e domenica, con ingresso a 5 euro e info su www.mambo-bologna.org/villadelle­rose, presenta altre curiosità. Come le sculture di Anatoly Osmolovsky che riproducon­o torrette di carri armati e gli Smiles di Irina Korina, mostri domestici assemblati con materiali usati durante gli anni del socialismo reale, che sembrano sorridere a chi li osserva. O, ancora, i quadri di Daria Irincheeva, che oggi vive a Brooklyn e che ha ricreato su piccole tele i libri della sua infanzia nella Russia post-perestrojk­a, ricchi di informazio­ni rese inutili dalla dissoluzio­ne dell’Urss. E se la mostra segnala il perdurare nell’arte contempora­nea di storiche tendenze filosofich­e come il Cosmismo russo, un focus particolar­e è dedicato ai video di Alina Gutkina. I suoi protagonis­ti sono giovani, che potrebbero essere di qualunque luogo, che trovano rifugio in una cultura globale e omologata.

Roberto Grandi Contraltar­e a Revolutija per fare i conti con il passato e misurare una vivacità di cui si sa poco

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Galleria Alcune delle opere in mostra da domani fino a marzo presso Villa Delle Rose
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