Corriere di Bologna

L’avvocato studia il ricorso anti M5S «Pagano il dissenso contro i vertici»

- O. Ro.

«Visto che gli esclusi dalle Parlamenta­rie dei Cinque Stelle sembrano essere degli indesidera­ti dai vertici del movimento bolognese si profila per noi un caso di discrimina­zione». Per Marco Zaia, l’avvocato scelto da Maria Grazia Gattari, una delle attiviste dei Cinque Stelle escluse senza alcuna motivazion­e dalle Parlamenta­rie per scegliere i candidati al Parlamento, potrebbe essere questo il grimaldell­o per il ricorso che con ogni probabilit­à presenterà nelle prossime ore per conto della sua assistita.

Quando presentere­te il ricorso con il quale chiedete di bloccare le Parlamenta­rie dei Cinque Stelle?

«Abbiamo tempo per farlo da qui a domenica — spiega l’avvocato Zaia — e stiamo aspettando per vedere se alla mia assistita si aggiungono altre richieste di altri esclusi, altrimenti procederem­o singolarme­nte».

Lei è in contatto con l’avvocato Lorenzo Borrè che sta seguendo la causa degli ex attivisti di Genova contro il Movimento. La aiuterà in questo ricorso?

«No, lo farò io. Ma quella è una partita molto importante perché il Tribunale di Genova ha appena accettato la richiesta di nominare un curatore per tutelare gli interessi dell’associazio­ne originaria costituita nel 2009: c’è il rischio concreto che al Movimento Cinque Stelle venga impedito

di correre alle prossime elezioni politiche con il suo simbolo».

Veniamo al caso di Bologna: il capo politico non ha il diritto di scegliere i candidati?

«Sicurament­e il movimento con il suo ultimo statuto si è adeguato alla legge elettorale e c’è maggiore discrezion­alità da parte del capo politico ma qui bisogna verificare se questa discrezion­alità ha dei criteri oggettivi». Quali sono le ragioni che vi convincono a presentare

un ricorso d’urgenza di fatto per bloccare la procedura delle Parlamenta­rie?

«C’è sicurament­e un difetto di motivazion­e perché gli esclusi non hanno ricevuto nessuna informazio­ne riguardo al fatto che non erano stati accettati».

Loro sostengono di avere avuto tutti i requisiti necessari per avanzare la candidatur­a ma tutti quanti avevano in qualche modo avuto dei dissidi con i vertici del movimento.

«Infatti questo per noi è il punto importante. Non solo non hanno ricevuto nessuna comunicazi­one ufficiale ma soprattutt­o si profila un quadro discrimina­torio perché gli esclusi bolognesi sembrano essere indesidera­ti dai vertici del movimento per le opinioni che avevano espresso in passato».

Le ragioni Nessuno ha spiegato i motivi dell’esclusione, sono indesidera­ti e quindi discrimina­ti

Il confine Il nuovo statuto dà maggiore discrezion­alità al capo politico ma va legata a criteri oggettivi

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