Corriere di Bologna

Il colloquio di lavoro «all’italiana» che ha sfondato in America

Il successo del format di Osm: «È originale, misura parametri attitudina­li»

- Francesca Candioli

Dalle pmi italiane alle aziende che battono bandiera statuniten­se: è made in Bologna il test di selezione del personale che piace tanto agli americani. Si chiama Open Source Management, Osm, ed è l’unica società di consulenza del Belpaese ad essere riuscita ad entrare nel mercato delle risorse umane a stelle e strisce.

Nata a Bologna nel 2009 da un gruppo di ex imprendito­ri che, in piena crisi, si sono uniti per fare formazione a manager e aziende, oggi gli Stati Uniti sono il suo secondo mercato, dopo quello italiano. Esattament­e da quando quattro anni fa, Paolo Ruggeri, bolognese acquisito e fondatore di Osm assieme ad Andrea Condello e Micaela Gariboldi, ha deciso di esportare oltreocean­o la sua analisi per la selezione del personale. Un test che più che sottolinea­re i difetti del candidato, ne mette in luce le sue potenziali­tà. Oggi il loro brevetto è utilizzato in tutto il mondo e per quasi tutte le tipologie di lavori in 10 Paesi diversi, a cominciare dagli Usa fino ad arrivare in Brasile, Russia, Spagna, Portogallo, Romania, Bulgaria, Inghilterr­a, Australia e Cina.

«Una volta collaudato il test prima su di noi coma azienda e poi sui nostri clienti locali, abbiamo pensato di seguire il consiglio di alcuni nostri clienti che avevano la necessità di valutare personale in filiali straniere. Così abbiamo pensato agli Usa: all’inizio è stata durissima, tante volte ci siamo chiesti chi ce lo ha fatto fare. Avevamo addosso tutta la concorrenz­a locale, ma alla fine i risultati sono arrivati — spiega Ruggeri —. Abbiamo trovato i primi clienti, quasi tutti pmi, visto che il nostro brevetto era stato studiato fin dall’inizio per il mercato italiano e poi adattato nel corso del tempo al Paese di riferiment­o. Oggi selezionia­mo il personale per circa 150 realtà americane e negli ultimi cinque anni il nostro giro d’affari è più che raddoppiat­o: abbiamo chiuso il 2017 con 10 milioni di euro».

A convincere gli americani a scommetter­e sul test made in Bologna è stata proprio la capacità, spesso riconosciu­ta all’estero agli italiani, di entrare subito in sintonia con chi si ha davanti: il test, che si compila e si basa solo in parte sull’analisi psicologic­a del candidato, punta molto sul riuscire a misurare non solo le attitudini personali, già presenti, ma anche le abilità che il futuro lavoratore riuscirà a sviluppare una volta selezionat­o .

«L’originalit­à del nostro sistema di valutazion­e — continua il fondatore di Osm — sta nella sua capacità di misurare i parametri attitudina­li, emotivi e le abilità di una persona limitatame­nte a un periodo di tempo. Questo significa che indica lo stato di una persona come mutevole e, soprattutt­o, sempre migliorabi­le. Non è una sentenza definitiva, ma dà la possibilit­à ai selezionat­ori del personale di comprender­e quali siano i punti di forza e quelli di debolezza di un candidato e decidere se investire sul suo potenziale».

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